Abbiamo visto nelle due parti precedenti di questo articolo che ciò che accade nelle relazioni è ben che in grado di influenzare la nostra fisiologia. Per i meccanismi biologici legati al nostro sistema di adattamento, lo Stress System, quindi, la qualità delle relazioni è uno dei fattori determinanti il nostro grado di salute. Nello specifico, Sentirsi al Sicuro e Sentirsi Connessi sono sentimenti indispensabili per stare bene e per un’esistenza sana.
Abbiamo visto, anche se in maniera più semplice e schematica possibile, che la chiave di comprensione di tutto ciò è la nostra natura biologica di mammiferi superiori. Da questo punto di vista, una certa qualità della relazione è il presupposto per il buon funzionamento di tutto il nostro organismo. Abbiamo visto, infatti, che soltanto quando ci sentiamo sufficientemente al sicuro si attiva il Sistema Parasimpatico Anteriore, o Vago Anteriore, il quale è in grado di modulare e regolare i sistemi di allarme, mettendo tutto l’organismo nella condizione di crescere, riparare i danni e ricaricare le batterie. Quando il Vago Anteriore non è inibito dai segnali di pericolo o di minaccia, il nostro sistema endocrino e il nostro sistema immunitario funzionano bene e pienamente.
Abbiamo spiegato precedentemente che il Vago Anteriore è chiamato anche Sistema di Coinvolgimento Sociale. La vicinanza, il contatto e il legame con gli altri sono un’espressione del Sistema Vagale Anteriore: infatti, quando stiamo bene, siamo in pace e ci sentiamo al sicuro, viene più spontaneo il movimento di andare verso gli altri; al tempo stesso, quando siamo in sintonia con gli altri stiamo meglio. Una fisiologia ottimale e il piacere di stare in relazione sono due lati della stessa medaglia, sono due espressioni dello stesso circuito neurologico. Cos’hanno in comune? il senso di sicurezza che, ricordiamo, per noi mammiferi superiori, rappresenta quindi il presupposto per una vita sana e soddisfacente.
Se quindi, la chiave di volta per una buona salute è il funzionamento ottimale del Vago Anteriore, e se il Vago Anteriore corrisponde al Sistema di Coinvolgimento Sociale, ecco che possiamo ben dire che una chiave di volta fondamentale della salute sta nella qualità delle nostre relazioni sociali.
Stare insieme, e cercare relazioni significative, quindi, per noi esseri umani è una prerogativa che ha un fondamento e un senso biologico molto profondo. Il bisogno di relazioni fidate, dove poter trovare uno spazio sicuro, è scritto nella nostra natura mammifera: non è un caso che il sistema Vagale Anteriore e il sistema di Coinvolgimento Sociale siano espressione degli stessi circuiti neurologici. Il sistema vagale anteriore, infatti, innerva tutta la muscolatura facciale, che è quella che permette l’espressività emotiva. E l’espressività emotiva è un canale fondamentale per entrare in relazione. Nei bambini, ad esempio, l’espressività emotiva normalmente è ben visibile; i bambini non sono in grado di mascherare le proprie emozioni, e lo si vede proprio dall’espressività facciale: e questo perché normalmente, nei bambini, il Vago Anteriore è libero, e funziona pienamente come modulatore dei sistemi di allarme.
Succede spesso di vedere, invece, nelle persone in là negli anni, che magari hanno patito tanto nella vita, una mimica “bloccata”, non spontanea; spesso si vedono espressioni amimiche, congelate. Nel momento in cui si attivano percezioni di pericolo e di minaccia per l’esistenza i sistemi ancestrali prendono il sopravvento e inibiscono il vago anteriore. In questi casi il sistema di coinvolgimento sociale si interrompe: se si attiva il sistema simpatico, l’espressività, ad esempio, diventa aggressiva o spaventata, se si attiva il Vado Dorsale si traduce proprio con un blocco dell’espressività.
La relazionalità, dice Porges, è un “imperativo biologico”. C’è, quindi, un bisogno biologico di coinvolgimento e di legami. Una buona relazione ha la capacità di regolare a vicenda lo stato fisiologico e comportamentale; e la Teoria Polivagale ci offre proprio il meccanismo neurobiologico per legare il comportamento sociale al benessere fisico e mentale. L’essere umano, cioè, ha bisogno degli altri perché i regolatori della fisiologia sono incorporati nelle relazioni. Questo è pazzesco, da un certo punto di vista. È come dire che una certa qualità della relazione è un fattore naturalmente terapeutico. Ma, d’altra parte, cosa facciamo quando siamo sconvolti? Cechiamo proprio qualcuno con cui parlarne, oppure nelle grandi sciagure, quelle che colpiscono collettivamente, scatta un impulso generale allo “stare insieme”. I regolatori della fisiologia sono incorporati nelle relazioni. Cioè la relazione è in grado di regolare la fisiologia.
Quindi quando si sente il bisogno di parlare con l’amico, confidarsi con qualcuno, di stare con la persona del cuore, è perché inconsciamente abbiamo qualcosa che ci fa stare male e vogliamo trovare il modo di autoregolarci. Ed è perché sappiamo che quando siamo in un contatto autentico stiamo meglio, ci sentiamo al sicuro e nutriti emotivamente. Nelle situazioni di emergenza, ad esempio, scatta il bisogno di affettività e di stare vicini, proprio per poter autoregolare i nostri stati emotivi: c’è il bisogno di parlarne, di raccontare. Il senso di contatto, di connessione attiva il vago anteriore e siccome c’è una gerarchia di questi sistemi, il sistema più recente è in grado di calmare quelli ancestrali. Quando attivo il Vago Anteriore, il Sistema Simpatico e Parasimpatico si calmano e si autoregolano. Quando qualcuno ci fa arrabbiare parliamo con qualcuno e ci sfoghiamo: questo è l’istinto. Una delle basi del funzionamento della psicoterapia, ad esempio, è proprio la capacità del terapeuta di creare uno spazio relazionale con il cliente sicuro e protetto. Questo spazio di relazione è un fattore che va a regolare la fisiologia, e fa star meglio di per sé.
Quindi, cosa possiamo fare per mantenere la nostra fisiologia più in equilibrio possibile? Quali soluzioni abbiamo per una vita sostenibile? Tante cose, ma sicuramente una è determinante, ovvero: “curare le nostre relazioni”, perché le relazioni sono la nostra risorsa più preziosa.
Curare le nostre relazioni inizia con la comprensione e con la consapevolezza del perché sia importante farlo. Avere relazioni che funzionano bene, non solo ci fa star meglio, ma aiuta la nostra salute! Per questo abbiamo riassunto in questo articolo, seppure in maniera molto semplice e sintetica, la relazione che c’è tra la qualità delle relazioni e la nostra salute.
Curare le nostre relazioni significa innanzitutto “avere” delle relazioni. E parliamo, ovviamente, di relazioni “significative”, non quelle superficiali, tra “conoscenti”, dove, di fatto, possiamo anche non sapere granché uno dell’altro. Nella vita, non è necessario avere moltissime relazioni, ma per lo meno alcune, nelle quali sentiamo che possiamo “fare conto” sull’altro, nelle quali sentiamo che “contiamo” per l’altro e l’altro “conta” per noi. Normalmente sono quelle che chiamiamo relazioni affettive, le relazioni più vicine, ma anche le relazioni professionali sono importanti e possono essere una risorsa molto preziosa. La caratteristica fondamentale delle buone relazioni è il senso di fiducia e sicurezza. Tanti aspetti rendono soddisfacente una relazione, ma la fiducia e il senso di sicurezza ne costituiscono la base. La comprensione reciproca, il riconoscimento reciproco, la presenza reciproca: tutti questi sono ingredienti fondamentali che generano fiducia e senso di coinvolgimento.
Ora, normalmente è altresì vero che nelle relazioni succedono un sacco di problemi e conflitti; d’altra parte è proprio questa la sfida: curare le relazioni significa, infatti, saper gestire le varie situazioni problematiche che si vengono a creare senza che la relazione si danneggi o, peggio, si interrompa. Non è facile, ma la consapevolezza del valore di una relazione, soprattutto se significativa come la relazione con i genitori, con i fratelli, con il partner, con i figli o gli amici, ci aiuta molto. Ad esempio, ci aiuta molto in termini di intenzionalità: avere l’intenzione di curare al meglio la qualità delle nostre relazioni ci pone in un atteggiamento costruttivo e progettuale, che è fondamentale. Se siamo costruttivi, diamo una direzione alla relazione, e questo è estremamente importante: senza direzione, ci ritroveremo, di solito, a correre dietro ai problemi e a cercare di tenere insieme i pezzi. Avere l’intenzione e darsi l’obiettivo di rimettere al centro la relazione, come una priorità nella nostra vita.
Possiamo “imparare” a curare le nostre relazioni. Negli ultimi decenni si è raffinata la “scienza dei rapporti umani”. Attualmente si trova un sacco di materiale: libri, corsi sulla comunicazione e sulle relazioni: un sacco di spunti ci possono aiutare. Nella nostra piattaforma ComunicazioneAffettiva.com c’è molto materiale, ma non è sicuramente l’unica. Di certo, esistono dei principi fondamentali che se non vengono rispettati, rischiano di danneggiare le relazioni, fino al punto di farle fallire. Per fortuna, come dicevo poc’anzi, esiste una vera e propria “scienza” delle relazioni che ci può orientare e garantire con maggiore facilità la possibilità di arricchire la nostra vita con relazioni stabili e soddisfacenti.
Possiamo, quindi, imparare e beneficiare di tutto ciò che la scienza dei rapporti umani ha definito nel tempo; è estremamente importante, tanto più ora che sappiamo per certo che avere relazioni che funzionano bene, non solo ci fa star meglio, ma aiuta decisamente anche la nostra salute!