Quale antidoto all’invidia? Accordare gli strumenti interni
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Stanco di brutte notizie , di atteggiamenti quasi esclusivamente denigratori e distruttivi vorrei segnalare un film.

Stanco di questo continuo gioco al ribasso che mi ricorda da un lato il leggendario articolo di Umberto Eco “Fenomenologia di Mike Buongiorno” e dall’altro il concetto psicoanalitico di invidia, mi sono trovato a ricordare e a riflettere sulle parole di un vecchio psicoanalista padovano che mi disse  “vede dottore prima di distruggere bisogna accertarsi di poter ri-costruire”.

Nel pensiero psicoanalitico, ed anche nella pratica clinica quotidiana, l’invidia mira essenzialmente a distruggere, e per fare questo deve svalutare tutto quello che la circonda, non vi è nulla di buono da salvare. Apro una parentesi, credo che proprio da qui derivi il termine “buonista” nella sua accezione spregiativa. L’invidioso non può tollerare che vi sia qualcosa di buono, non può tollerare il talento ne l’impegno. La vera invidia, che ricordo essere  per definizione inconscia, nega dunque che esista qualsiasi merito, questo tipo di invidia non invidia ciò che l’altro ha e che diventerebbe fonte di ammirazione se si pensasse che può essere costruito, con l’impegno ed il lavoro, diventando così uno stimolo per lo sviluppo personale, questo tipo d’ invidia invidia quello che pensa l’altro abbia e che tiene per sé. 

Ma se questo è quello che ci dice l’esperienza clinica nei nostri studi, noi non possiamo esimerci dal guardarci intorno e di riflettere su quello che vediamo. In questa prospettiva mi sembra che sempre più spesso questo sentimento così “nocivo” faccia capolino nella società in cui ci troviamo a vivere, come un veleno circola e come tale io penso debba essere trattato. E contro qualsiasi tipo di veleno, anche per un veleno psichico occorre un antidoto. Il film che voglio portare alla vostra attenzione svolge bene a questa funzione, si intitola “ Crescendo “ e prende lo spunto, sia pure  romanzandolo e modificandolo da qualcosa che esiste davvero e che è passato troppo a lungo inosservato. 

Il progetto che portò nel 1999 Daniel Barenboim assieme allo studioso palestinese Edward Said a fondare la West-Estearn Orchestra che riunisce ogni estate giovani musicisti israeliani e palestinesi. Daniel Barenboim   dà vita, inoltre, a un progetto di educazione musicale nei territori palestinesi che include la costruzione di un asilo musicale e una giovane orchestra palestinese.  Ecco il migliore antidoto all’invidia, è ricordare sempre e sottolineare sempre che esiste la possibilità di accordarci, al di là delle differenze. Come per suonare si devono accordare gli strumenti e poi si devono “accordare” con altri strumenti ed è dalla capacità dell’uomo di accordarsi che nasce quella cosa meravigliosa che chiamiamo “musica”.

L’accordo che non nega la differenza ma che la valorizza, ed è l’accordo che permette addirittura l’ “improvvisazione”. Così nel lavoro dello psicoterapeuta, ma anche in quello dell’insegnante, del genitore, fin dentro la nostra quotidianità, dopo che abbiamo accordato i nostri  strumenti  interni e accordato noi e l’altro, scopriamo di poter costruire, magari facendo anche un po’ di fatica, qualcosa di autentico, di bello e di buono e l’invidia può allora cedere posto al riconoscimento che qualcosa di buono esiste e lasciare spazio alla gratitudine. 

Ecco è per  questo  che ho citato questo film, perché parla proprio di questo della possibilità di costruire invece di distruggere, di cercare spazi comuni invece di chiuderci nei nostri spazi, di fare esperienza che per fare qualcosa di bello (la musica) si può e si deve cercare e trovare un linguaggio comune.

 

 

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