21 marzo: il giorno della poesia
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Nel giorno in cui in tutto il mondo si celebra la poesia, il primo pensiero di chi ha studiato e amato la poesia va ai grandi del passato, a quei poeti che hanno lasciato una traccia nell’anima degli studenti, come Catullo o Foscolo o Leopardi o Pascoli o Ungaretti…Ma oggi, nel 2023, forse è il caso di riflettere sulla poesia contemporanea – ammesso che si sia in grado di giudicarla e di capirla – che <<è un modo speciale di comunicare…ancorché il suo modo di comunicare sia molto speciale>>.

 Un interessante testo di Giovanni Tesio “La poesia in gioco. Un manuale per saperne un po’ di più” pubblicato da Lindau mette in evidenza  la diversità che esiste tra poesia e prosa, citando Todorov ricorda che il testo poetico <<si rivolge a tutti, dunque a nessuno e non attende alcuna risposta; la reazione che provoca non è una replica verbale, ma l’ammirazione e la meditazione>> ed aggiunge che <<la poesia si nutre di prosa>>. Dalla prosa si differenzia grazie a tre elementi: il verso, il ritmo e la musicalità delle parole.

E veniamo ai poeti di cui scrive Tesio: ne cito alcuni tra i tanti, tutti del secolo scorso, dunque contemporanei. Primo Levi pubblica “Ad ora incerta” e nel risvolto scrive:<<In alcuni momenti, la poesia mi è sembrata più idonea della prosa per trasmettere un’idea o un’immagine>>; Giovanni Pascoli, un po’ più lontano nel tempo, pensa che <<c’è bisogno di poesia, ma di una quantità minima a ogni generazione, a ogni secolo. Il resto è fatto per i poeti: solo essi leggono>>, e forse è vero, la poesia ai più sembra difficile, oscura, complicata. Eppure, di poesia c’è davvero bisogno, se alcune voci poetiche si sono manifestate anche nei campi di concentramento. Hetty Hillesum, nel suo Diario si esprime così:<<In me non c’è un poeta, in me c’è un pezzetto di Dio che potrebbe farsi poeta. In un campo deve pur esserci un poeta, che da poeta viva quella vita e la sappia cantare>>.

Dal canto suo, Wislawa Szymborska scrive che <<la poesia è un mancorrente, ma va controcorrente. La poesia non sa nulla di sé e di tutto ciò che dice>>, mentre Ungaretti, il poeta che s’illumina d’immenso, pensa che poesia <<è convertire la memoria in sogni>> e Magrelli lega la poesia al tempo, alla sensibilità del poeta che cercando se stesso finisce col produrre un frutto universale e inesauribile che comunica al mondo esterno. Perché la poesia <<è un modo speciale di comunicare>>. Una volta si pensava che la poesia fosse ispirata da un qualche dio, oggi i poeti svolgono un qualsiasi lavoro e, quando vogliono e possono, scrivono versi, convinti (o no?) che La poesia salva la vita, titolo di un libro di Donatella Bisutti, forse alla ricerca di una verità, o della verità.

Tesio dice che <<la poesia è un gran traffico…è un mondo in cui si agitano le tendenze più diverse…in poesia è davvero tutto mobile…e più ci si inoltra nella sua complessità più si resta confusi dalla sua imprendibilità>> e chiude questo piccolo e prezioso testo con un decalogo che al punto 10 suggerisce:<<essere sempre consapevoli che la poesia è di tutti ma non sempre per tutti>>.

E allora? Proviamo a cercare un/a poeta che riesca a parlarci, in modo semplice ma suggestivo, con garbo e profondità: Donata Doni, poetessa che nasconde con uno pseudonimo il suo vero nome – Santina Maccarrone – studiata da Agnese Belardi che da più di dieci anni ne studia la produzione poetica, le dedica libri e continua a cercare testimonianze. Nel suo ultimo lavoro, L’autunno rosa dei ricordi, Belardi, dopo aver ammesso che all’inizio delle sue ricerche è stata stimolata dalla curiosità di sapere chi fosse la poetessa nata nella sua stessa città, racconta di aver fondato l’Associazione “ Il salotto letterario Donata Doni”, con lo scopo non solo di promuovere il territorio lucano, ma di rivendicare il ruolo della donna.

Santina – Donata è stata una donna dalla religiosità profonda, nata a Lagonegro il 24 novembre 1913 e vissuta a Forlì; si è impegnata in prima persona contro il fascismo, ha insegnato, ha amato profondamente i suoi cari, anche se i rapporti non erano sempre facili e se il padre si allontanò definitivamente dalla famiglia, dominata da <<mia madre, donna altera, fredda>>, è stata accompagnata per tutta la vita dalla poesia, ha coltivato un’amicizia sincera con Jolanda Baldassarri, fondatrice e presidente provinciale del C.I.F. di Forlì, con cui condivideva valori cristiani e ricerca di una spiritualità che desse  pienezza alla loro vita.

Era ancora solo Santina quando scriveva, con lucidità: Mi sentivo bene, una privilegiata, e lo studio ampliava le mie vedute in una società dove le donne erano discriminate, subalterne agli uomini, prive di diritti e privilegi. Tante erano le ingiustizie e le violenze anche psicologiche che subivano, le disparità e il sessismo che si perpetrava in ogni contesto lavorativo>>

Ed è stata una fine poetessa, sostenuta fin dagli anni giovanili dai docenti dell’Università di Padova che frequentava, Valgimigli, Marchesi e Valeri.

Belardi inserisce nel suo testo dei versi che sono prova di una sensibilità raffinata, di sentimenti lievi e persistenti…qui posso solo riprenderne alcuni, ad esempio

Al giovane amore bastava / il trillo d’intesa d’una bicicletta,/ ed un balcone per guardarti,/ un treno di sera per ritrovarti. / Al giovane amore bastava / un velo lunare, / una veste rubata / alle foglie dei pioppi,/ una trina di mare./ I coralli delle mie dita / nell’onda dei tuoi capelli,/ un tepore di perla nel seno,/ un cinto d’aromi alla vita./ Bastava al giovane amore / la sorgiva dell’alba / nei tuoi occhi d’amore.

E ancora

Le Sirene cantavano / dall’altra riva./ Solo per te cantavano / sopra i flutti di morte./ Offrii al mare i capelli,/ l’oro della mia voce,/ buttai al vento canzoni,/ al gabbiano gridai / di fermare il lamento./ …

Donata si spense a Roma il 15 dicembre 1972. Il  “Salotto letterario Donata Doni” e la città di Lagonegro, “Città delle donne” nel 50° della morte hanno commemorato la poetessa consegnando il “Premio Donata Doni” giunto alla X edizione, riservato alle Eccellenze 2022 e allocando nel giardino del Palazzo Corrado una scultura in bronzo a lei dedicata.

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