Cyberbullismo
Share :

Si tratta di un fenomeno relativamente nuovo, in ogni caso in crescita. Per comprenderlo prima e poi contrastarlo, dobbiamo capire che è strettamente collegato al fatto che gli adolescenti, ragazzi e ragazzini, sono i navigatori più assidui della Rete. Soprattutto ciò che è particolare anche rispetto a qualche anno fa è che ormai in Internet si naviga non più solo dal PC di casa, ma soprattutto dallo smartphone.

Si naviga ovunque grazie al Wi-Fi. E i giovani utilizzano il Web con grande abilità, lo conoscono bene e lo usano come  “i pesci usano l’acqua” che, secondo una bella metafora del sociologo McLuhan sono gli animali che meno ne sanno del liquido nel quale sono immersi. Parimenti ai pesci vivono la realtà digitale senza domandarsi perché accade una cosa o come mai avviene un fatto.

Usare allora la tecnologia digitale e i dispositivi che permettono oggi la comunicazione vuol dire vivere una vita che sempre più è condivisa sul web, nella piazza virtuale della propria comunità. Una comunità che è sempre più ampia, apparentemente vicina.  Essere on line significa comunicare, apparire, farsi vedere e essere riconoscibili, in altre parole esserci.

Su l’Avvenire, qualche tempo fa lo psicoterapeuta  Ballerini affermava che 9 minori su 10 navigano in rete quotidianamente e il 18% dichiara di trascorrere online più di 3 ore al giorno (con l’8% dei bambini sotto i 10 anni che navigano più di 5 ore al giorno). Il 26% dei ragazzi intervistati ha dichiarato di utilizzare la rete per fare amicizia e l’8% possiede più amicizie in Web che nella vita reale.

Il cyberbullismo è quindi qualcosa che appartiene a questa nuova realtà dove i contatti e i rapporti sono maggiormente veicolati dalla rete virtuale delle relazioni. E’ un problema che sta interessando l’Europa e meno ad esempio gli Stati Uniti dove il bullismo reale è ancora prevalente.

Nel 2014  secondo il centro Nazionale anticrimine informatico sono 50 i cyberbulli denunciati. Ma la frequenza degli atti di provocazione, diffamazione, di vittimizzazione e di sopruso sono alle volte difficili da rintracciare e spesso passano inosservati e impuniti. Certamente se andiamo a chiedere ai ragazzi se hanno subito angherie e offese, ci sentiamo rispondere che almeno il 50% ha subito atti di cyberbullismo ma solo il 10% ne ha parlato con i propri genitori e meno del 20% si è rivolto alle Forze dell’ordine per denunciarlo. Vedasi a questo proposito lo studio Cyberbullismo, anatomia di un fenomeno

cyberbulliismo al femminile
cyberbulliismo al femminile

 che mette in evidenza e in maniera dettagliata questo fenomeno così preoccupante.

Giuseppe Maiolo

Share :

Leave a Reply

Your email address will not be published.