(ri)PARTENZE. Partiamo dal benessere!

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La parola benessere è fra quelle più usate. Specie di questi tempi. Ma non è sempre detto che questo termine corrisponda a un concetto preciso, anzi. In un passato neanche troppo lontano, il benessere era ritenuto uno stato che aveva a che fare esclusivamente con la salute fisica e lo stare bene coincideva con il non avere alcuna malattia. Con il tempo il concetto si è evoluto al punto tale che oggi la sintesi migliore può essere quella che fa l’OMS quando dice che il benessere  è la condizione in cui riusciamo ad adattarci in modo costruttivo alle condizioni esterne e ai conflitti interni”. 

Significa che il benessere è condizione complessiva che riguarda lo stato fisico e comprende lo star bene a livello psicologico, mentale, relazionale, affettivo, sociale, economico, lavorativo. Piani interconnessi che insieme compongono la cornice entro la quale si realizza l’esistenza e la nostra quotidiana realtà.

Scriveva Charles Darwin “Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti”.  Così credo che il benessere sia capacità di rimanere “in forma” e riuscire ad attraversare calme equatoriali o violente bufere, difficoltà e inciampi, situazioni difficili o stressanti, riuscendo ad attivare le risorse individuali e personali, quelle relazionali e collettive, che sono necessari per il viaggio e la traversata.

Benessere, termine composto e intriso di  verbo e sostanza,  significa attrezzatura, in parte “saperi” sempre nuovi e conoscenze, competenze da acquisire e cultura , ma poi anche dimensioni dell’essere cioè percorsi da compiere e processi interni da sviluppare che hanno a che fare con la crescita e la cura di se stessi. E’ manutenzione dell’esistenza e dell’esistente. E’ ricerca di senso e desiderio continuo di equilibri, naturalmente dinamici, di buone prassi. Non di prescrizioni o consigli pronto uso, quanto di modelli ed esempi, di progetti da costruire e assemblare in una “Officina” di lavoro collettivo.

Così nasce l’idea del Magazine IOVIVOBENE. Progetto e prospettiva che ha come obiettivo quello di sviluppare energie e sinergie e promuovere cultura del benessere e attenzione ai processi psicologici e alla salute mentale  sempre più importante da attenzionare e valorizzare. Perché nel tempo del Covid-19, oltre alla pandemia e ai pericoli ben noti collegati al contagio e alla diffusione del virus, abbiamo la necessità di conoscere gli altri rischi  che minacciamo i nostri equilibri individuali e collettivi. Tra questi l’angoscia del presente e quello sguardo corto sul futuro,  in grado di alimentare perdita di senso e disperazione che, come ci raccontano le cronache di molte storie drammatiche d’oltre oceano, sono in preoccupante aumento (vedi Il Sole 24 ore del 16/8/2020).

La mission del Magazine è quella di proporre riflessioni, ipotesi da sviluppare, non ricette.  Mi piacerebbe fosse un cantiere di idee e di pensieri, un luogo dove narrare storie e condividerle, un posto, benché virtuale, dove incontrarsi e confrontarsi. E la centratura sull’IO (dell’ iovivobene) non è espressione narcisistica o di autoreferenzialità, ma è il proposito di un coinvolgimento del lettore nel progetto benessere. Come a dire “E tu che fai?”

Questo spiega la multimedialità del Magazine, e le varie categorie di esperienze umane a cui far riferimento con l’aiuto ricco e diversificato dei professionisti e degli studiosi che compongono il comitato scientifico. A loro sono sono grato per la partecipazione e l’entusiasmo con cui hanno aderito a questa idea.

In particolare la preziosa disponibilità di una coralità autorevole di voci che partecipa alla nuova avventura editoriale, è la rappresentazione concreta di quanto la parola benessere rappresenti un sorta di mosaico che www.iovivobene.it vuole comporre con il  supporto multidisciplinare e degli sguardi diversi dei collaboratori che sono già “sul pezzo”, come si suol dire!

Buona lettura!

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