La violenza di chi vive violenza
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La relazione annuale della Garante per l’infanzia e l’adolescenza della provincia di Bolzano è allarmante. Fotografa il disagio di una generazione di bambini sempre più lasciata a se stessa e mette a nudo le relazioni povere e fratturate di adulti assenti o poco preoccupati per la crescita dei figli. Meno tempo libero e più stress per i bambini, si dice, e al contempo sempre più frequenti i conflitti e le tensioni che dominano in famiglia. Insomma anche in provincia di Bolzano, come nel resto d’Italia, il maltrattamento dei minori è un fenomeno drammatico e, in rapido sviluppo, la violenza psicologica.

Importante, dunque, averlo segnalato perché, ad esempio, un aspetto particolarmente drammatico è la violenza assistita che si respira in casa e all’interno dei rapporti familiari. Questa tipologia di maltrattamento sta influenzando in maniera negativa il percorso evolutivo di un numero sempre maggiore di bambini e sta facendo crescere adolescenti in difficoltà, parimenti violenti o, al contrario, isolati e senza fiducia.

Inutile girarci attorno, ma secondo i dati conosciuti, 1 su 5 sono i minori testimoni di violenza domestica. E purtroppo è ancora una fotografia sfocata e parziale quella che ci descrive il fenomeno, in quanto sappiamo che il numero delle denunce non riflette affatto la situazione reale delle relazioni familiari dove le donne vittime di abuso, faticano a segnalare i maltrattamenti subiti.

E non si tratta solo di violenza fisica ma più spesso è verbale, fatta di insulti e offese, umiliazioni e derisioni da parte dei maschi verso le donne, mogli, compagne o fidanzate.

Maltrattamenti  a cui assistono i bambini e che gli adolescenti respirano e acquisiscono come espressione della relazione tra gli individui.

Una violenza indiretta, sostanzialmente invisibile perché difficile da far emergere e vedere come responsabile di danni ai minori, che oggi viene ad essere una drammatica realtà dalle conseguenze devastanti in quanto i danni si misurano precocemente o, frutto del trauma, anche a una distanza di tempo consistente.

Un bambino esposto precocemente ad un clima malsano di abusi psicologici infatti può sviluppare con gli anni disturbi collegati alla fiducia e all’autostima o può renderlo vulnerabile e fragile da adulto, nelle altre relazioni che andrà a costituire. Al contrario può esserci chi immagina che i rapporti si regolino esclusivamente attraverso comportamenti violenti e può sentire normale esprimere  sentimenti di odio e di umiliazione ogni qualvolta non si condivide un pensiero o non tollerano realtà diverse dalla propria.

La violenza psicologica, in particolare quella assistita nelle relazioni domestiche, produce quindi esperienze che condizionano fortemente coloro che ne subiscono una costante esposizione e diventa un modello comportamentale capace di alimentare ulteriori atteggiamenti violenti e distruttivi.

Molte sono, dunque, le prepotenze e gli atteggiamenti di sopraffazione, facili da notare nei bambini già fin dai primi anni di scuola e caratterizzati da atteggiamenti arroganti e umilianti, di crudeltà e scarsa partecipazione emotiva. Li chiamiamo solitamente comportamenti bulli, e lo sono, ma li dovremmo leggere come il risultato di realtà dominate da una esposizione continuata alla violenza verbale degli adulti e, purtroppo, anche dalle loro espressioni di arroganza e disprezzo.

 

Giuseppe Maiolo

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