IL GROOMING? ADESCAMENTO ON LINE!
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C’è un’altra parola nuova che si usa oggi per dire pericolo: è il vocabolo inglese grooming. Vuol dire adescamento in Internet.  Da sempre quello di essere adescati in rete da maleintenzionati è un rischio che i minori corrono. E più che mai oggi i pedofili che hanno quasi del tutto abbandonato i giardinetti o i parchi dove una volta potevano  molestare i bambinie, utilizzano la rete  per fare questo tipo di attività in quanto il web offre più garanzie di anonimato e maggiori possibilità di attrarre con sicurezza i minori che navigano.

Un tempo il pedofilo si appostava in un luogo appartato e attraeva un bambino offrendogli le offriva le caramelle. Lo prendeva per la gola. Ora la proposta più frequente e quella della ricarica telefonica. Tempi diversi e strumenti differenti, ma anche tecniche particolarmente pervasive ed efficaci, capaci di attrarre e convincere un minore a fidarsi delle lusinghe. Perché di questo si tratta: catturare la fiducia di un fanciullo, maschio o femmina, che naviga e chatta con i suoi amici. Fargli credere di essere un coetaneo e, con tenacia e pazienza, insistere nel dare di sé un’immagine di affidabilità che gli permetta di essere ritenuto amico. Si tratta di una sorta di manipolazione psicologica che piano piano gli permette di stabilire un rapporto di fiducia con il minore e far sì che questi  lentamente accetti ogni qualsiasi richiesta e non comunichi a nessuno ciò che sta accadendo.

Questo è in sostanza il grooming.  E’ l’abilità di un pedofilo di catturare psicologicamente un minore attraverso un lungo periodo di conversazioni e contatti apparentemente amichevoli e per nulla invadenti e pericolosi. Perché la parola inglese significa curare, cioè prendersi cura. Letteralmente la parola inglese indica  lo strigliare o il pulire un cavallo o il fare “toelette” a un animale domestico, carezzando e spazzolando il suo pelo per mantenerlo pulito e integro. Con questa parola oggi gli anglosassoni definiscono anche il comportamento abusante, benchè esso rappresenti un modo di stare incoppia di  molte specie di   animali, che per istinto passano lunghi momenti a ripulirsi reciprocamente dei parassiti.

Se tra i primati il grooming è qualcosa di usuale e di importante che regola la relazione, tra gli esseri umani ormai è sinonimo di pratica fatta di attenzione e vicinanza affettiva, ma non certo per la cura amorevole di un altro.  Si tratta invece di un atteggiamento finalizzato ad esercitare una forte ma lenta pressione psicologica. Catturata la fiducia chi fa grooming sa che  il gioco è fatto: la vittima è in balia della sua forza. E in particolare il minore catturato dall’abilità del pedofilo seducente, solitamente non riesce a rendersi conto di essere in mano ad un soggetto pericoloso perché, vissuto sempre in termini positivi, lo sconosciuto è tra i contatti come ”amico” e, come tale, viene considerato.

Qualche tempo fa per motivi professionali ho avuto modo di incontrare tre ragazze che tra i 12 e i 14 anni finite in una rete tesa da un pedofilo di 45 anni che, dopo un lungo periodo di innocenti conversazioni e senza rivelare la propria identità, le aveva portate a parlare sempre di più di cose intime e poi indotte a posare nude e realizzare per lui con una web cam una quantità di video hard. Il ricco materiale pedopornografico ritrovato successivamente nel suo computer dalle autorità di polizia, ha documentato in maniera sbalorditiva quanto le ragazzine fossero state ingannate e rese inoffensive dalla fiducia accordatagli. Un adescamento che in media con ciascuna di esse si era protratto per più di un anno senza suscitare nelle ragazze adescate alcuna sensazione di pericolo, né tantomeno l’esigenza di informare un adulto di riferimento su quello che stava loro accadendo.

Giuseppe Maiolo

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