L’urgenza di sostenere la famiglia e la scuola
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Per quanto terribili siano le esperienze traumatiche, è possibile che esse ci diano nuove risorse e capacità di adattamento. Lo confermano molte ricerche sulla resilienza che è resistenza e perseveranza. Ma lo diceva prima ancora il grande pensatore tedesco, Friedrich Nietzsche, quando sosteneva che “Ciò che non mi uccide mi fortifica”.

C’è uno studio recente e particolarmente significativo dell’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti appena pubblicato su APA PsyNet dell’Associazione Americana di Psicologia, che ha provato a veder quali effetti ha prodotto il blocco del coronavirus sui genitori. Su un campione di 1126 genitori italiani i ricercatori hanno riscontrato in quelli con i bambini che, precedentemente la pandemia, avevano avuto la diagnosi una malattia mentale o fisica, un più alto livello di esaurimento psicofisico.

Le famiglie, secondo la ricerca, messe a dura prova dall’isolamento e dalla pressoché totale trascuratezza dei servizi di sostegno durante il lockdown, hanno visto significative modifiche nel comportamento dei figli con manifestazioni di evidenti “incapacità di concentrazione, intolleranza e disagio generale”. Ma più ancora lo studio ha rilevato le reazioni dei genitori i quali sono passati “da stili genitoriali autorevoli ad autoritari, aumentando la loro ostilità verbale”

Lo studio è ancora in corso ma è sufficiente già questo per dire che vi urgenza di aiutare e sostenere la famiglia con programmi di aiuto e di supporto, come pure potenziare la rete dei servizi sanitari, educativi e di assistenza sociale per prevenire pericolose “traiettorie di psicopatologia e contenere il rischio di aggravamento di tutte le situazioni già prima vulnerabili”.

Allo stesso tempo la pubblicazione del documento dei ricercatori, insiste sull’importanza di dare alla famiglia e alla scuola, strumenti psico-educativi per la gestione delle nuove situazioni di disagio. C’è un urgente bisogno di pensare e organizzare percorsi informativi e formativi per genitori e insegnanti che sviluppino contenuti di sicurezza e autoefficacia, promuovano competenze di connessione sociale, e potenzino la fiducia e la speranza.

Il rischio che a partire dalla pandemia Covid-19 si sviluppino problemi di salute mentale è elevato e richiede un necessario sforzo programmatico di risorse economiche e di interventi per il benessere psicologico di tutti. Purtroppo al momento attuale sembrano ancora mancare nei pensieri e nei decreti governativi riguardanti la ripresa, idee e progetti di prevenzione del disagio psicologico e mentale. Una mancanza che rischia di aggravare le situazioni familiari, peggiorare quelle precarie e aumentare il disagio collettivo con una non irrilevante spesa sociale.

Giuseppe Maiolo

Foto: Famiglia e domestica (F. Botero)

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