Narciso, il mito e il narcisismo come disturbo
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Leggo sul Corriere della Sera del 2 febbraio 2023 e riporto qui di seguito, con l’autorizzazione dell’Autore, questo articolo di Massimo Gramellini:

“Amanda e il suo pm Il magistrato che voleva condannare Amanda Knox è diventato suo amico. Si scrivono spesso, una volta si sono anche visti, e lei manda le foto della sua bambina soltanto a lui (dice lui). Non ci sarebbe niente di strano se, dopo essere andato in pensione, il sostituto procuratore che investigò su Amanda avesse cambiato idea, ma è proprio l’interessato a smentire che sia così. «Non rinnego nulla delle mie conclusioni processuali», afferma il dottor Mignini, «anzi, le confermo in pieno». Però. «Però tra noi si è creato un rapporto unico, straordinario». Quindi, nonostante lui continui a pensare che Amanda abbia ucciso Meredith Kercher (al punto da definire «sconcertante» la sentenza della Cassazione che l’ha assolta), trova piacevole il loro scambio epistolare e irresistibile la tentazione di raccontarlo in un libro.

Le ragioni per cui la Knox desidera coltivare un rapporto personale con il suo più accanito accusatore attengono al campo della psicologia estrema, in cui non oso avventurarmi. Più banalmente mi domando che cosa spinga l’ex pubblico ministero a ricambiare le sue attenzioni, addirittura a ostentarle, visto che tuttora la considera un’assassina. O siamo in presenza di un allievo prodigio del tenente Colombo che sta cercando di entrare in confidenza con lei per indurla a confessare, oppure questa storia è la prova che il narcisismo sa essere più forte di tutto, anche del rispetto dovuto ai familiari della vittima, che in quel magistrato ci avevano creduto davvero.”

Bel fiore il Narciso. Emana un profumo inebriante, quasi stordente. Nàrkissos l’hanno chiamato i Greci, da nàrke, sopore, torpore. 

Secondo una versione del mito, prende il nome da un ragazzo di strepitosa bellezza, oggetto del desiderio di uomini e donne, vecchi e giovani, tutti sdegnosamente respinti.

Michelangelo_Merisi_da_Caravaggio_-Narcissus

Un giorno Eco, la ninfa che Hera, sposa di Zeus, considerandola troppo chiacchierona, aveva punito condannandola a ripetere per sempre solo le ultime parole di ciò che le veniva detto, si imbatté in Narciso. Folgorata dalla sua bellezza si avvicinò per baciarlo ma fu cacciata in malo modo, come era avvenuto per tutti gli altri che avevano cercato di chiedere amore a Narciso. Eco, disperata, si lascia morire.   

Nemesis, la divinità della giustizia, interviene come sempre per riparare ciò che turba l’ordine e l’armonia del mondo e punisce Narciso. Mentre si specchia in uno stagno, il giovane si innamora di se stesso, cerca di abbracciare la sua immagine riflessa, cade in acqua e affoga.

Mi scuso per queste frettolose righe di sintesi, ma mi auguro che chi le legge conosca le innumerevoli sfaccettature del mito nelle diverse versioni che sono arrivate fino a noi e, se non le conosce, sia spinto a documentarsi per rendersi conto della complessità di un mito che, in maggiore o minore misura, riguarda tutti noi. Troverà così una spiegazione allo straordinario fascino che Narciso ha esercitato sull’arte, la letteratura, la filosofia, la psicoanalisi, l’educazione e sulla quotidiana comunicazione scritta e orale.

Nella versione più bonaria, sentirci dire che in certe circostanze abbiamo mostrato “un pizzico di narcisismo” non va presa come una diagnosi psichiatrica e prima di offenderci è sufficiente una rapida autocritica per capire dove e quando abbiamo messo le nostre reali o presunte qualità al centro del nostro interesse mostrando indifferenza nei confronti del prossimo. Niente di drammatico se si tratta di sporadici episodi di cali di empatia che facciamo bene a non trascurare e a sforzarci di non ripetere. Il narcisismo, inteso come “tendenza o atteggiamento di chi fa di se stesso, della propria persona […] il centro esclusivo e preminente del proprio interesse […] mentre resta più o meno indifferente agli altri […]”(Treccani) si presenta in forme di diversa gravità e ne siamo testimoni – se non protagonisti –  al lavoro, a scuola, in tv, nella vita politica, nello sport, nei social. È stato sempre presente nella storia dell’uomo ma, avendo trascorso una vita abbastanza lunga, a me sembra – spero davvero di essere smentito – che in questi ultimi decenni sia sempre più diffuso nelle forme più fastidiose.

Ben diverso è il disturbo narcisistico di personalità da cui sono affetti gli individui che “mostrano un senso grandioso di sé, mancano di empatia e hanno bisogno di ammirazione. Mostrano una irragionevole aspettativa a trattamenti speciali da parte degli e al soddisfacimento immediato delle proprie aspettative. Spesso sono assorbiti da fantasie di successo, potere, fascino, bellezza illimitati o di amore ideale.” (DSM-5, ultima versione del Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders dell’American Psychiatric Association). Questo disturbo è fonte di conseguenze anche molto gravi ed è spesso alla base di tante forme di violenza di cui sono piene le cronache, prima fra tutte la violenza sulle donne. Ma questa è una storia molto seria che esula dai limiti degli Appunti di questo mese.

P.S. l’allegato è un esempio di mio narcisismo spero sostenibile, per usare una parola alla moda.

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