Altruismo. La più alta forma di energia
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“Prendi un sorriso/regalalo a chi non l’ha mai avuto./Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte./Scopri una sorgente,/fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,/posala sul volto di chi non ha mai pianto./Prendi il coraggio,
mettilo nell’animo di chi non sa lottare./Scopri la vita,/raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,/vivi nella sua luce./Prendi la bontà,/donala a chi non sa donare.
Scopri l’amore,/fallo conoscere al mondo.”

Gandhi

Leggiamo in questi giorni di William MacAskill, giovane filosofo di 35 anni e del suo «Dare per vivere tutti meglio», frase in cui si racchiude il suo pensiero filosofico fondato sull’importanza di donare una parte dei propri introiti per migliorare la qualità di vita del genere umano. La notizia è rimbalzata sui giornali anche perché fra i suoi interlocutori figurano importanti nomi della finanza, banchieri, magnati e perfino Elon Musk. Non sto qui a chiedermi se la notizia abbia assunto rilevanza più per la bontà del messaggio filosofico che invece per la fama dell’insigne uditorio. E non posso soffermarmi, per ovvie ragioni di spazio, sulle infinite considerazioni che la frase “Dare per vivere meglio tutti” possa far nascere se accostata a nomi come Elon Musk e seguito. Filosofi, sociologi, storici, giuristi, politici, teologi, chiunque si occupi delle vicende sociali di questo nostro turbolento pianeta avrà sicuramente acute analisi da compiere, riflettendo su come “i beni” della Natura siano utilizzati e distribuiti fra gli abitanti della Terra.

Un po’ di storia dell’altruismo

Attorno al 1850 Auguste Comte conia il termine “altruismo”. Usa questa parola sia per definire la naturale inclinazione umana alla socialità (Aristotele docet) sia per identificare la morale del pensiero positivista (vivre pour autrui).

 “Altruismo”, ovvero amore per la società, è per Comte la fusione dell’io individuale nell’io collettivo della società tradizionale e la spinta alla cooperazione nella società moderna. Si tratta di una forma d’amore al tempo stesso istintivo e ragionato.

I filosofi M.Scheler (1874/1928) e J. Martin (1922/1964), continuando sulla stessa linea di pensiero, affermano come il “vivere per gli altri” sia importante per sentirsi parte del genere umano, sottolineando, però, come un “altruismo sentimentale”, l’altruismo istintivo di Comte, non produca automaticamente vantaggi concreti verso il prossimo (punto questo ripreso oggi da MacAskill).

Sulla stessa onda il sociologo russo P. A. Sorokin (1889/1968), afferma che “individualismo, antagonismo, eccesso di tecnica e di razionalità, ed in particolare, caduta dei vincoli di solidarietà nei confronti del diverso e perdita del sentimento di appartenenza” distruggono la coesione sociale.

L’altruismo, contrapposto alla visione individualistica, è uno dei costituenti indispensabili alla vita sociale.

L’Altruismo, così come l’amore e la collaborazione, sono per questi Autori forze positive per la tenuta sociale, costituendo relazioni significative fra due o più persone dove le aspirazioni o gli scopi dell’uno sono condivisi e assecondati dagli altri.

L’Amore altruistico è la più alta forma di energia, la spinta propulsiva che porta l’individuo ad agire e produrre positività, benefici e creatività nei contesti sociali. Importante: l’altruismo argina e controbilancia gli effetti distruttivi dell’egoismo, dei conflitti, delle sopraffazioni, delle politiche predatorie, delle diseguaglianze, in una parola delle iniquità.

L’Altruismo, come tutti i rapporti d’amore, va cercato e coltivato non soltanto dall’individuo nel suo ristretto ambito, ma è indispensabile che gruppi sociali,

cultura ufficiale e istituzioni si convertano alla religione positiva dell’altruismo.

E’ l’operato degli individui e dei gruppi sociali in cui si aggregano che deve allontanare lo spettro di nuove catastrofi sostenendo una “estensione universale dell’altruismo”.

Mai come oggi c’è bisogno di altruismo

Due anni di pandemia hanno messo a dura prova le nostre possibilità relazionali e fatto registrare un regresso economico mondiale. La capacità di accostarsi all’altro si è nascosta dietro le mascherine, i lockdown, le paure, l’incalzare delle povertà.

E quando uno spiraglio ci indicava una via di ripresa verso la normalità, è arrivato lo scossone mondiale della guerra fra Russia e Ucraina che, incrociandosi con la pandemia e la crisi economica, sta creando una nuova, immensa crisi umanitaria.

Se spostiamo l’attenzione ai decenni che hanno preceduto questo nostro tristissimo momento storico, assistiamo alla nascita di quella che Baumann definisce “società liquida” in cui accanto all’emergere di un mondo sempre più mobile, fluido, dispersivo, inevitabilmente nascono “nuovi individualismi” e nuovi modi di formazione dell’identità individuale. Non riconosciamo più modelli di vita dove l’aggregazione sociale era contraddistinta da solidarietà e da una sorta di comunanza fiduciosa. Gli individui sono ormai distanti, accompagnati da una tecnologia perfino spersonalizzante, sempre più simili alle macchine che utilizzano. La modernità che stiamo attraversando rivela ogni giorno di più il proprio lato inquieto, irrazionale e violento, evidenziando fratture culturali, conflitti, iniquità, che tendono a ignorare ogni forma di collaborazione e di altruismo.

Cosa propone l’altruismo efficace del giovane William MacAskill?

Nel suo primo libro Doing Good Better, MacAskill sostieneche “molti dei modi in cui pensiamo di fare del bene non sono efficaci; applicando, invece, dati e ragionamenti scientifici al modo normalmente sentimentale di fare del bene, si possono trovare nuove opportunità ed avere un impatto positivo molto più ampio”  afferma inoltre che “ nelle decisioni con compromessi possiamo e dobbiamo scegliere opzioni che salvano più vite.” 

Perché il commercio equo, ad esempio, in realtà fa ben poco per aiutare gli agricoltori più poveri ? “Perché il boicottaggio delle fabbriche sfruttatrici peggiora le cose per i poveri del mondo. Il commercio equo non fornisce un meccanismo di feedback per scoprire se sta effettivamente avvantaggiando gli agricoltori coinvolti, quindi mentre le condizioni nelle fabbriche sfruttatrici sono terribili, le uniche alternative per le persone che ci lavorano possono essere molto peggiori.”

Perché le persone che perseguono carriere ad alto reddito come medici o banchieri di Wall Street potrebbero fare più bene degli operatori di beneficenza? “Perché potrebbero donare grandi porzioni della loro ricchezza a enti di beneficenza efficaci, vale a dire guadagnare per dare. Lo stipendio di un banchiere di Wall Street è così alto che potrebbe donare lo stipendio a diversi operatori di beneficenza, aumentandone il numero totale.”

Cosa prospetta per il futuro 

Il secondo libro di MacAskill, What We Owe the Future, sostiene il “lungo termine” – una posizione etica che dà priorità al miglioramento del futuro a lungo termine – e propone di migliorare il futuro in due modi:

“evitando catastrofi permanenti[1] , e in tal modo garantire la sopravvivenza della civiltà;

“cambiando la traiettoria della civiltà” per renderla migliore finché dura.

Garantire la sopravvivenza aumenta la quantità di vita futura; i cambiamenti di traiettoria, invece, ne aumentano la qualità”. 

La sua argomentazione a favore del lungo termine si suddivide in tre parti:

  1. le persone future contano moralmente tanto quanto le persone che vivono oggi; 
  2. il futuro è immensamente grande poiché l’umanità può sopravvivere per molto tempo e potrebbero esserci molte più persone vive nel tempo che verrà; 
  3.  terzo, il futuro potrebbe essere molto buono o molto cattivo, le nostre azioni potrebbero influenzare ciò che sarà.

La conclusione ottimistica è che il futuro sarà probabilmente positivo nel complesso e che “è una perdita se alle persone future viene impedito di venire all’esistenza, purché le loro vite siano abbastanza buone. Quindi l’estinzione anticipata della razza umana sarebbe una tragedia davvero enorme». 

La parte finale del libro descrive in dettaglio cosa possono fare i lettori per agire in base alle argomentazioni del Filosofo. 

Riflessioni

E’ del 20 ottobre la notizia del manager francese della Total che si lamenta del suo stipendio di 6 milioni l’anno, più basso dei suoi pari grado americani ed europei!

E’ perché vorrebbe poter donare di più a Enti di beneficenza efficaci?

Il dibattito è aperto!


[1] Catastrofi che potrebbero infliggere gravi danni al benessere umano su scala globale.

William MacAskill è professore associato di filosofia all’Università di Oxford,

ed uno dei co-fondatori della comunità dell’altruismo efficace

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