E’ la storia di Guido Tovazzi che nel 1978, all’età di 39 anni, casualmente conosce un padre missionario durante uno dei tanti incontri che a Volano, in provincia di Trento, si organizzano in favore dei Paesi africani. Guido è una persona qualunque, con una avviata officina meccanica dove costruisce rimorchi e macchinari agricoli. Ha una moglie e tre figlie, una famiglia unita come tante altre.
Eppure, dopo quell’incontro fortuito qualcosa cambia radicalmente in lui: Guido, da lì in avanti, non sarà più lo stesso. Colpito profondamente da tanta miseria e spinto da un’ansia irrefrenabile di dare il suo aiuto, nel corso degli anni successivi Guido ribalta il tavolo della propria vita e si dedica a progetti di solidarietà sempre più impegnativi e numerosi, sia in Africa come in altri Paesi del mondo.
Diventa, insomma, quello che un tempo era chiamato un “missionario laico”, mettendo così al primo posto della sua esistenza il miglioramento della vita degli altri. Capace e instancabile, esigente e trascinatore, a volte pure testardo, da subito riesce a catalizzare attorno a sé un primo Gruppo missionario a livello locale, poi diventa importante punto di riferimento per altri gruppi in provincia di Trento e in quella di Verona.
Conosciuto ormai ovunque per la sua autorevolezza nel settore dei progetti internazionali, collabora intensamente con enti locali e governativi sia italiani che stranieri, fino a quando il suo lavoro viene interrotto tragicamente in Cile, dove si trova per l’ennesima spedizione umanitaria. Muore improvvisamente d’infarto il 1° di febbraio del 1999, alcuni giorni dopo avere compiuto il suo sessantesimo compleanno e dopo più di vent’anni di appassionata ed incessante attività di missione.
Nb. Guido Tovazzi era il papà della collaboratrice di IO VIVO BENE, Roberta Tovazzi.