Peccato che tu sia femmina
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Non avevo ancora quattro anni quando mia madre si infilava nel mio letto non per coccolarmi ma per scappare e mettersi in salvo da suo marito. Ne avevo qualcuno in più quando imparai ad arrestarle il sangue dal naso ogni volta che lui la picchiava senza ragione.

Percepivo il colpo come un rumore secco e subito dopo il grido strozzato di mia madre che cercava riparo: non la odiava ma ricordo di aver pensato più volte che non sapesse che farsene di lei, la sentiva ingombrante. Un giorno mi disse senza rabbia “prima o poi la faccio fuori, tua madre”. E mimò alle sue spalle il gesto con la lama di un coltello, poi mi sorrise con un’occhiata complice.Dal racconto:

Dal racconto: Peccato che tu sia femmina

 

 

Se l’amore ferisce

Storie al femminile per curare le ferite del cuore”

di G. Maiolo e G. Franchini

(ed. Erickson 2009)

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