Sostenere i ragazzi nella scuola superiore
Share :

“Dottore, mio figlio a giugno finirà la scuola media. Si è iscritto in un Istituto Tecnico, ma è molto demotivato e spaventato di quello che accadrà l’anno prossimo. Come possiamo aiutarlo?”

Questo è il testo di una telefonata che ho da poco ricevuto, e devo ammettere che non è l’unico genitore che si rivolge a me rispetto a questo problema.I ragazzi che ora sono in terza media fra pochi mesi dovranno affrontare la scuola superiore. Questo cambio, che di per sé dovrebbe essere vissuto con entusiasmo vista la nuova sfida, è per alcuni fonte di paura e ansia.

La ragione di questo è da ricercare in più aspetti:

  • la paura della novità
  • la paura di deludere i propri genitori in caso di fallimento
  • l’attuale situazione sociale che stiamo vivendo.

Ogni novità porta sempre con sé una quota di ansia e di paura. Si conosce ciò che si lascia e non ciò che si troverà. Per un ragazzo/a che entrerà nella scuola superiore la sfida sarà inserirsi in un contesto sociale nuovo e fare fronte alle diverse richieste degli insegnanti.

I ragazzi/e oggi a quattordici o quindici anni possono ancora essere sensibili al giudizio dei propri genitori, e quindi aver paura di deluderli se il risultato scolastico non sarà del tutto positivo. Questo accade anche se i genitori non mandano chiari segnali in tal senso, anche se di fatto non fanno richieste specifiche di livelli di prestazione.

Il mondo del lavoro è radicalmente cambiato in questi ultimi vent’anni, oggi molte professioni richieste solo dieci anni fa non esistevano. Diviene difficile quindi, per i ragazzi, scegliere una scuola pensando al loro futuro lavorativo. 

Si tratta, quindi, di aiutare i ragazzi ad affrontare la scuola concentrandosi maggiormente sul processo che sul risultato. E’ importante poter vivere una buona esperienza, un’esperienza di benessere. Benessere a scuola significa passare cinque anni in un ambiente che sviluppi delle competenze, anche se queste poi non saranno immediatamente spendibili nel mercato del lavoro. 

Sempre più le competenze trasversali, che si acquisiscono in ogni percorso superiore, sono riconosciute come centrali. Queste competenze sono:

  • il problem solving;
  • la resistenza alla fatica e all’impegno costante;
  • la comunicazione interpersonale;
  • imparare ad imparare.

Esse oggi si definiscono competenze chiave, cioè capacità del soggetto che userà comunque, a livelli diversi, in ogni contesto lavorativo. Ma soprattuto sono la chiave per il successo nel mondo del lavoro.

Le competenze più tecniche, infatti, si svilupperanno in altri contesti (Università, Formazione Superiore, o direttamente on the job), perché sono in continua evoluzione, anzi in costante accelerazione e, per quanto la scuola superiore sia aggiornata, non potrà stare al passo con l’evoluzione del mercato del lavoro.

Per la crescita armoniosa dei ragazzi star bene a scuola, in un ambiente accogliente, che contenga le loro ansie, ma allo stesso li sproni a dare il meglio di sé. Questo sarà garanzia di una successiva vita da adulto con maggiori strumenti e, quindi, di maggiore qualità.

Il compito dei genitori diviene quello di sostenerli nei cinque anni rassicurandoli, contenendo le loro ansie, accettando che qualche volta il risultato non sarà dei migliori e soprattuto spronandoli a concentrarsi sul processo e meno sul risultato. I risultati scolastici, alla scuola superiore, sono frutto di un impegno costante, al di là delle specifiche capacità del ragazzo. 

Credo che questo sia il focus più importante oggi, l’impegno costante. Così come la capacità di fronteggiare la frustrazione che può nascere dal maggior carico di lavoro, da risultati che possono non essere del tutto soddisfacenti, senza abbattersi e continuando a lavorare senza abbandonare.

La società futura ha bisogno di adulti resistenti, forti, pronti ad affrontare con atteggiamento positivo un mondo che oggi possiamo difficilmente immaginare.  

Share :