Vivere il corpo con l’antiginnastica
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Incontro Alessandra al Parco. La conosco da quasi due anni, da quando frequento le sue lezioni di Antiginnastica eppure, camminandole accanto, non posso fare a meno di ammirare la forma fisica che la contraddistingue. 

“Sei molto in forma!” osservo.                                                  

“Fa bene l’Antiginnastica. Non te ne sei ancora accorta?”. Mi risponde lei, ridendo.                                               

“Parliamo un po’ di questa disciplina? Mi serve approfondire per un articolo che sto scrivendo” le dico.   

“Approfondiamo, certo, con piacere.” 

L’ABC di questo metodo

“Comincio dall’ABC. Quando pensiamo al movimento, vi accostiamo immediatamente il concetto di Esercizio Fisico, una attività pianificata, spesso svolta in palestre, eseguita con regolarità. E, quasi inevitabilmente, si associa l’idea di competizione, con altri o con sé stessi. Ma esiste un altro modo di incontrareil corpo. Un modo che privilegia il dialogocon le parti muscolari più dimenticate, fraintese, quelle che cattive abitudini, non uso o malattie hanno contratto, accorciato quando non addirittura atrofizzato. Proprio così, dialogo fra noi e quelle parti che andiamo a risvegliare con movimenti piccoli, precisi, coordinati, rispettosi della fisiologia muscolare, coerenti con quella forma perfetta che ricerca le proporzioni del numero aureo divino. “Tutti alla nascita siamo belli e ben fatti – diceva Mezieres,- scintille divine arrivate sulla terra. Poi la vita ci plasma con i suoi dolori e infinite esperienze più o meno piacevoli ai quali i corpi si adattano deformandosi, prendendo nuove forme che parlano della nostra storia, che è scritta dentro i nostri muscoli. La nostra memoria si plasma attraverso la forma e i movimenti abituali del nostro corpo”.L’ Antiginnastica attraverso movimenti precisi, attenti alle sensazioni, ci riconduce verso la nostra struttura bella e naturale, ridonandoci funzioni perdute. Ci offre l’opportunità di ritornare ad abitare il nostro corpo, la nostra vera casa, di cui abbiamo perduto le chiavi molto tempo fa, grazie ai condizionamenti ricevuti, tanto da ritrovarci, in certi momenti della vita, con un corpo che urla attraverso infinite forme di dolore. I muscoli stringono come in una morsa, limitano i movimenti; la libertà e il respiro sono costretti dentro una corazza di ‘no’ mai detti. Il corpo ci sta dicendo che ha voglia di essere ancora abitato, di dialogare con noi. L’ Antiginnastica è uno strumento per entrare in comunicazione e conoscerci profondamente. Gnoti sautonpartendo dal corpo, tempio che tutto contiene. Nell’Antiginnastica si lavora per l’armonia del proprio corpo. Si impara a conoscerlo, questo meraviglioso strumento che ci è stato dato, e quindi a “suonarlo” al meglio.”

Qualcosa sulla Storia dell’Antiginnastica

“Quando e come è nata questa pratica?”

“Intorno al 1970 con Thérèse Bertherat una fisioterapeuta francese. Questa donna straordinaria si rifaceva alle scoperte di Françoise Mezières, altra fisioterapeuta eccezionale, la cui teoria della “catena muscolare” ed il relativo metodo Mezières, hanno rivoluzionato tutte le teorie classiche in materia di meccanismi corporei e tutte le pratiche di ginnastica medica e rieducativa. Riprendendo e integrando  il Metodo Mezières, l’Antiginnastica è divenuta una pratica autonoma che non propone solo un approccio meccanico, rivolto ad osservare reazioni e implicazioni muscolari ma indaga anche gli aspetti emotivi e le correlazioni psichichein una prospettiva globale e unitaria, olistica oserei dire, fra corpo e mente. Rappresenta uno strumento potentissimo che consente di uscire da modelli di movimenti e gesti stereotipati aiutando ciascuno a rieducare il proprio modo di muoversi e di percepire il corpo, ad eliminare la stanchezza fisica e mentale, a dare respiro e vitalità a tutti i muscoli e a permettere a tutto l’organismo di “funzionare” in modo autonomo ed equilibrato.

Molti libri sono stati scritti sull’argomento([1])

Un’analisi più da vicino

Quando lavoriamo metodicamente con l’Antiginnastica passiamo dolcemente dalla rigidità muscolare alla libertà, allungando le catene muscolari, sempre troppo corte, attraverso l’uso di contrazioni isometriche. Secondo questo approccio, è necessario un lavoro lento e capillare per poter, in modo non traumatico, passare dal trattenimento della sofferenza emotiva, protetta dalla rigidità muscolare, al contenimento, eliminando il dolore fisico indice spesso di una emozione bloccata ed anestetizzata. Si deve, in particolar modo per la muscolatura antigravitaria e posteriore del corpo, poter intervenire allungando i muscoli e non rafforzandoli.

In un suo libro, Thérèse Bertherat paragona il comportamento delle catene muscolari ad una Tigre, ritenendo l’eccesso di tensione e rigidità muscolare la principale causa di dolori, scompensi muscolari, deviazioni della colonna vertebrale, disturbi, ansie e blocchi.

L’invito della Bertherat è, in fondo, a conoscere di più il proprio corpo, a scoprirne le connessioni attraverso le sensazioni che scaturiscono anche dalla attenta auto-manipolazione. Soprattutto in questo nostro tempo, cattive abitudini e modelli estetico-culturali fuorvianti conducono tacitamente e inevitabilmente ad una scissione fra il sé e il proprio corpo. Tutto questo favorisce il consolidarsi a livello fisico di squilibri, blocchi che inevitabilmente riverberano anche a livello psicosomatico.”

Un consiglio per concludere

“Troppo spesso ci siamo abituati a considerare ogni parte del nostro corpo come “spezzettata” e separata l’una dall’altra senza pensare che invece (come dimostra la chinesiologia muscolare!) ogni elemento è in rapporto di dipendenza con l’altro in una prospettiva globale della persona.

Impariamo, nell’immagine che abbiamo di noi stessi, a riconsiderare profondamente le parti del corpo nella loro interconnessione, fondamento del “benessere fisico/benessere dell’anima”.

BIBLIOGRAFIA


[1]Françoise Mézières, La gymnastique statique, Paris, Vuibert, 1947.

 Françoise Mézières, L’Homéopathie française, Ed. G. Doin, aprile 1972, n°4, pag.195.

 Françoise Mézières, Révolution en gymnastique orthopédique, Amédée Legrand et compagnie, 1949.

Thérèse Bertherat, Corps a ses raisons, Paris, Seuil,1976

 Guarire con l’antiginnastica (Oscar Mondadori 1999),

 La tigre in corpo (Mondadori2002).

La letteratura in materia si è col tempo notevolmente arricchita. Qui sono citati solo alcuni libri delle due fondatrici.

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