(di Luciana Grillo)
Io sento di stare bene quando viaggio, anzi, quando comincio a pensare di fare un viaggio, quando scelgo la meta e cerco di capire cosa vedere e quanto fermarmi, quando recupero i libri di storia e di storia dell’arte del Liceo, quando chiedo consigli a chi già ha visitato certi luoghi.
Poi, prenoto aereo o treno o nave, albergo o b&b, preparo i bagagli…e con lo zaino appesantito da guide e mappe, finalmente parto.
Sicuramente i viaggiatori del passato, non avendo a disposizione Internet o Wikipedia, si affidavano ai racconti di chi li aveva preceduti, o ai dipinti degli artisti e ai diari in cui si trovavano indicazioni precise, ma anche emozioni, ricordi, esperienze.
C’è un libro, pubblicato da qualche mese, (La Grande Incantatrice – Il fascino dell’Italia per viaggiatori di ogni tempo di Attilio Brilli, UTET – fornito di un ricco apparato iconografico) che ho letto con avidità, fin dalla prima pagina: l’autore ci considera <<svagati custodi di un tesoro inestimabile>> e sottolinea che <<malgrado tutto, all’Italia spetta ancora oggi il primato assoluto della bellezza>>.
Certo, a noi è possibile vedere tutto, in qualsiasi luogo si trovi, duplicato, ingrandito, in bianco e nero o a colori; lo si può fare stando comodamente seduti in poltrona…ma ben diverso è ciò che si gode con gli occhi, come testimoniano i tanti diari che sono stati scritti per fermare sulla carta lo stupore, la commozione, il sentimento che una statua, una collina dolce, un affresco regalano.
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