A settembre , dopo il lungo periodo di DAD (didattica a distanza) che da febbraio a giugno ha visto alunni, docenti e famiglie alle prese con una modalità nuova di fare didattica, la scuola è ripartita in presenza.
Gli alunni ,pur di restare a scuola, hanno accettato tutte le regole (mascherina, disinfettanti, distanze, entrata e uscita scaglionata) senza se e senza ma.
Da settembre ad ottobre ho visto gli alunni rilassarsi ed accettare sempre più la didattica “anomala” in presenza, ma sono arrivate le prime assenze e in quel frangente ho letto nei loro occhi la paura di una nuova chiusura. Gli alunni più di una volta mi hanno comunicato che non volevano ritornare a fare didattica a distanza e questo mi ha fatto molto riflettere sulla resilienza dei discenti che da subito hanno accettato tutte le regole pur di ritrovarsi tutti insieme scuola.
Se i ragazzi resistono a questa modalità di “fare scuola”, noi docenti abbiamo il compito di programmare e lavorare sia per gli alunni in presenza che a distanza per gli alunni assenti .
In quasi tutte le scuole è stato programmato il piano di Didattica Digitale Integrata che prevede una didattica digitale unita ad una didattica in presenza e tutti ci stiamo adoperando per organizzare piattaforme e aule multimediali , inserendo tutti i nostri alunni. Noi docenti resistiamo, per amore dei nostri ragazzi, ma a volte il lavoro è tanto e difficile da organizzare in presenza e a distanza che purtroppo non possiamo neanche lamentarci, perché c’è sempre qualcuno che è pronto a inveire contro la scuola e i docenti .
I periodi difficili si superano unendo le forze e tutte le agenzie educative e le comunità intere devono collaborare perché fare scuola è proprio questo : creare un clima positivo e motivante di conoscenze e relazioni per il futuro dei ragazzi.
Ripartiamo da qui. Ripartiamo dalla scuola .