Black & WHITE?!
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(da un piccolo regalo può nascere una fiaba)   

Restare…partire…

Questo pensiero lo tormentava da tempo. Lui, lo Gnomo Pianoforte, era nato così, con cinque tasti neri e sette bianchi sul cappello a punta. Come pon pon una croma, quella nota sbarazzina che corre via trascinata dal vento.

Per tutta la sua vita gli avevano fatto credere che le cose fossero o bianche, o nere. O così, o colà. Ma da quando anche la sua barba si era fatta lunga e bianca, un dubbio gli era nato in quella testa che non smetteva di sognare melodie.

Forse era stata proprio la nota sbarazzina che mai stava ferma sulla punta del suo lungo cappello. Si chiamava proprio Croma, significa colore, e infatti era lei che, con la forza di un’onda improvvisa, ogni tanto lo costringeva a girarsi per scorgere un tramonto, o un arcobaleno rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, indaco, violetto!!! 

Ma come?! Bianco o Nero, gli avevano detto! Come il suo cappello… E Invece eccoli lì, tutti i colori e le sfumature del mondo.

“Ma… da dove saranno arrivati? – continuava a chiedersi – Chi li avrà inventati? Di certo un Mago. 

Voglio conoscerlo!” 

Detto fatto, decise di prendere una barchetta e PARTIRE alla ricerca di quel Mago Arcobaleno.

Issò le vele, ritirò le reti e via per mari e oceani.

Approdò in un porto e chiese: “Conoscete voi il Mago Arcobaleno?” 

“Arcobaleno? No… mai sentito”.

Riprese la navigazione e giungendo in un altro villaggio “Avete visto il Mago Arcobaleno?”

“E chi sarebbe mai? No, non abita qui”

Da un porto all’altro, da un mare all’altro, da un paese all’altro, nessuno aveva mai sentito parlare di quello strano mago.

Finchè un giorno, sfinito e sfiduciato, lo Gnomo decise di fermarsi su un isolotto verdeggiante di palme di cocco e canneti.

Con le reti si costruì un’amaca e finalmente s’addormentò cullato dal vento.

Fu proprio in uno di quei pacifici sonni che fece il sogno più bello che mai si fosse potuto sognare.

Gli apparve una bacchetta. La bacchetta di un Mago? No! Era quella di un direttore, un direttore d’orchestra! Ma la bacchetta parlava, si muoveva, danzava! Sembrava vivere di vita propria. Ad un tratto si fermò, osservò il suo cappello con quei tasti bianchi e neri, si erse in tutta la sua sottile autorevolezza e diede l’attacco! 

I tasti del cappello iniziarono a ballare, sprigionando una melodia limpida di suoni cristallini, che si librava pura nell’aria azzurra. Ad un tratto un esercito di suoni scuri e imbronciati iniziò a inseguirla, a minacciarla. Ne nacque una fuga forsennata, una lotta, in cui tutti i timbri più accesi fecero sfoggio della propria forza. Ma quella melodia celeste non si arrendeva, sfuggiva, si nascondeva, per poi fare capolino e riapparire più sfavillante di prima. Erano talmente luminosi i suoni di cui era composta, che assomigliavano a perle marine. Una collana di perle, che poco alla volta si allungava e avvolgeva tutti quei suoni minacciosi e oscuri. Li avvolse con tale delicatezza, che si ritrovarono incatenati e ammutoliti senza nemmeno accorgersene, come in un morbido nido. Li addolcì così tanto, che si trasformarono: alcuni divennero caldi come velluti rossi, altri delicati come sete pastello.

Chi passava di lì, fosse un babbuino o un tucano, non poteva non vedere che dalla tastiera sul cappello di quel buffo omino addormentato, si sprigionavano melodie dai mille colori.

“L’ho trovato! L’ho trovato!” – urlò svegliandosi di soprassalto lo Gnomo perdendo il suo cappello.

 “Il Mago! No, a dire il vero… solo la bacchetta! Ma… allora… e il Mago?!”

Lì, ai piedi dell’amaca, lo Gnomo Pianoforte vide poi con stupore quella sottile bacchetta. La raccolse, la guardò, la rigirò, la impugnò… e sentì una tale vibrazione che dalla bacchetta lo percorse tutto. La puntò al suo cappello bianco e nero, che subito si mise sull’attenti e … oplà… diede l’attacco! 

Musica, musica, musica, in tutte le sfumature di colore, calde e fredde, in crescendo, diminuendo, in accelerando, rallentando, Presto! Adagio. Allegro con brio! Una varietà di suoni che solo uno strumento ricco e prezioso come un pianoforte poteva regalare. 

E finalmente lo Gnomo capì che il mondo non poteva essere solo o bianco o nero, o così o colà, ma poteva assumere tante tinte diverse, le più belle che la vita – e con essa la Musica – potesse regalargli. 

E quello non era affatto un sogno!

Da quel giorno lo Gnomo Pianoforte, alias Mago Arcobaleno, girò tutto il mondo in tour con il Concerto per Cappello e Bacchetta più colorato mai sentito. Si intitolava ”THE THOUSAND SHADES OF TRUTH” (“Le mille sfumature della verità”) …altro che BLACK&WHITE! Perché la verità non è mai così semplice come sembra, ma è piena di sfumature e di vie alternative.

   

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