Che la vita ormai passi attraverso i Social lo sappiamo, e che le relazioni possano iniziare lì, anche!
Anzi alcuni studi sembrano dire che i rapporti d’amore che nascono e si sviluppano sui social, hanno buone possibilità di tenuta e di durata. Ma che un rapporto intimo e privato di una persona pubblica finisca con una dichiarazione ufficiale sui social, non mi pare fosse ancora accaduto.
La cosa per la verità non mi meraviglia più di tanto, ma è singolare se non altro per le contraddizioni che rivela chi da una parte sottolinea l’importanza della famiglia e delle sue funzioni educative e poi con esempi contrari la svalorizza ed evidenzia come tra pubblico e privato non esista più alcuno spazio, ma soprattutto annulla quello tra la privatezza delle relazioni e il ruolo pubblico che rappresenta, dimenticando il rispetto dell’intimità.
Ci può stare la scelta individuale di annunciare ufficialmente la fine di un rapporto, ma non meravigliamoci di un gesto così “spettacolare” che, come si è visto dalla viralità del post, sembra servire di più al tornaconto personale e alla rappresentazione di sé e del proprio potere per la curiosità dei follower.
In più, contrariamente a quello che si dice in fatto di protezione dei minori, sembra ribadire quanto domini la cultura del “selfie” con cui gli adulti non rispettano un minore e i suoi diritti ogni volta che lo espongono in rete e senza autorizzazione, ai rischi più volte sottolineati.
Sarà perché abbiamo abolito i confini in quanto barriere e messo vetri trasparenti sulle nostre terrazze per vedere meglio e anche essere più visibili, ma nelle nostre case non abbiamo smantellato porte e finestre, la cui funzione è rimasta quella di stare aperte quando necessario e chiuse quando serve.
Così non basta avere slogan accattivanti sulle funzioni della famiglia, le sue funzioni protettive e salvaguardarne l’impegno e la fatica di far crescere i figli. Serve coerenza e attenzione ai gesti che sono pubblici quando si è “personaggi”, e che contengono messaggi specifici ma, se contraddittori, dicono ai giovani quello che gli rimproveriamo, cioè di usare i social per mettersi in mostra, diventare visibili, popolari ma che con quel vuoto di valori che gli attribuiamo sono incapaci di relazioni autentiche e di rispetto altrui!
Allora da quale pulpito la predica?