Combattere il razzismo
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La giornata mondiale contro l’eliminazione delle discriminazioni razziali ci ricorda un fenomeno presente ovunque, che nasce nei tessuti della psiche ma si sviluppa in ogni dove, soprattutto se non abbiamo consapevolezza delle nostre parti oscure.

Combattere il razzismo infatti vuol dire combattere alcuni elementi nascosti dentro di noi e in ombra, come  il pregidizio e l’intolleranza. Entrambi questi termini si alimentano a vicenda, si rinforzano e connotano un pensiero contaminato, alle volte decisamente disturbato. Perchè il pregiudizio è un abito mentale che si cuce addosso senza verifiche e, sul piano dell’affettività, non contiene minimamente l’empatia, ovvero la capacità a mettersi nei panni dell’altro e la disponibilità a sentire e vedere dalla sua prospettiva.

Pregiudizio e intolleranza sono di solito ad un passo di distanza e combinati insieme generano il razzismo e tutte le forme di violenza fisica e psicologica, sociale e relazionale.

Combattere il razzismo vuol dire educare al dubbio e promuovere il  contenimento del pensiero unico, che ti poertano ad omologare la mente e silenziare la consapevolezza relativa al tuo modo di agire. Ciò consente la manifestazione morbosa dell’inconscio che oscura la coscienza, e proietta l’ombra lunga e devastante del male.

Il razzismo infatti si alimenta della proiezione che serve a fare dell’altro un  “mostro” da cacciare o un “orco malefico” da eliminare. Serve per poter dipingere, con lo stesso meccanismo di difesa, il volto del nemico e il suo aspetto pericoloso e malefico.

In questo modo e con questa strategia, l’altro, il diverso per colore della pelle o per razza, per lingua e orientamento sesssuale, oppure per il suo aspetto o per il suo modo di vestire, può essere colpito, ferito, annientato senza fatica e con ferocia. Eliminata la partecipazione emotiva e il coinvolgimento affettivo, la coscienza autorizza la demonizzazione dell’altro, la violenza delle parole e la crudeltà delle azioni senza un minimo di ripensamento, senza sensi di colpa.

GM

Il filmato che segue è un esperimento realizzato da un’agenzia lituana per contrastare la violenza razziale sul web. Commovente l’imbarazzo e la vergogna di chi riconsoce il razzismo degli altri come espressione propria e conduce a chiedere scusa.

Fonte: www.3NZ.it

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