Fatica e costanza nello sforzo per diventare grandi lottatori
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Molti ragazzi e ragazze probabilmente non hanno mai sentito parlare di Milone di Crotone. Vuoi perché la storia dell’antica Grecia è poco conosciuta, vuoi perché in questi anni sono entrati nelle nostre case altri miti e leggende provenienti dal Nord America.

Milone di Crotone pur essendo un personaggio storico può essere considerato anche un mito. I miti sono molto utili in educazione perché sono dei modelli che possono ispirare le persone. “Le immagini, i simboli, i miti non sono creazioni irresponsabili della psiche; così rispondono a una necessità e adempiono una funzione importante: mettere a nudo le modalità più segrete dell’essere” come affermava Mirecea Eliade noto storico delle religioni e antropologo.

Per raggiungere un obiettivo abbiamo bisogno di motivazione e la motivazione è alimentata dal mito che ispira, che crea e alimenta la motivazione.

Father preparing his son to run. Copy space.

Milone di Crotone visse circa 2500 anni fa, ed è stato uno dei più grandi lottatori nella Grecia antica, in quanto vinse per ben sette volte le Olimpiadi (la prima volta a solo quindici anni), sei vittorie ai Giochi Pitici, dieci ai Giochi Istimici e nove ai Giochi Nemei.

Al di là dei risultati, quello che è veramente interessante è la modalità con la quale li raggiunse. Si narra che un giorno Milone prese in spalle un piccolo vitello appena nato, e inizio a correre per le vie di Crotone suscitando l’ilarità dei cittadini. Lo stesso accade il giorno successivo e quello dopo ancora. Le persone che lo vedevano faticare con il vitello sulle spalle ridevano di lui e non capivano il senso di quel comportamento.

Il vitello però ogni giorno cresceva di peso, Milone non saltò un giorno il suo appuntamento, fino a che a distanza di mesi i cittadini di Crotone lo videro portare sulle spalle un toro adulto. Molti lo fermarono per chiedergli come poteva un singolo uomo portare sulle spalle un toro di così grande stazza. La sua risposta fu semplice: “Mesi fa era un vitello piccolo, fragile e leggero, come lo ero io. Ogni giorno mi sono allenato portandolo sulle spalle e la mia forza è cresciuta con lui”.

Il mito o la leggenda di Milone di Crotone ci comunica che è solo grazie alla costanza nello sforzo che si raggiungono grandi obiettivi. Purtroppo oggi i messaggi che arrivano ai nostri ragazzi e ragazze sono diametralmente opposti. I riferimenti sono persone che in pochissimo tempo e con pochissimo sforzo raggiungono successo, fama, gloria, potere e denaro. Se però si analizza la realtà, e si osserva nel tempo questi pseudo uomo e donne di successo, si potrà vedere che sono delle meteore, dei fuochi fatui.

I peggiori modelli educativi che sono forniti ai nostri ragazzi sono i super eroi. Semplicemente perché questi uomini e donne non hanno fatto nulla di particolare per diventare super. O sono nati in un pianeta diverso e capitati per caso nel nostro, o sono stati punti da un ragno o esposti a raggi gamma. Insomma non si sono guadagnati il loro essere super, il loro successo e il loro potere.

Sappiamo che la vita quella vera, non è così. Se vogliamo raggiungere un obiettivo dobbiamo impegnarci, faticare a volte fallire cento, mille volte prima di riuscire a trovare la soluzione. “Il genio è 1% ispirazione e 99% sudore” affermava Thomas Edison, che per arrivare a costruire la lampadina ad incandescenza ha fallito 10.000 volte.

Solo chi costantemente si allena, con gradualità, potrà sperare di raggiungere la propria meta. La figura di Milone, infatti, ci comunica anche l’importanza della gradualità. Il vitello nasce piccolo e fragile e solo successivamente diventa adulto e pesante. Milone inizia a portarlo in spalla quando entrambi sono piccoli e fragili e assieme crescono.

Se i ragazzi e le ragazze non sono abituati gradualmente a portare dei piccoli pesi, non parlo di pesi fisici, ma pesi psicologici, quando cresceranno e dovranno necessarie prendere sulle proprie spalle qualcosa di più importante, molto probabilmente ne rimarranno scacciati.

Noi educatori incontriamo giovani che di fronte ai primi esami universitari si bloccano, perché per loro sono un peso troppo grande. Oppure di fronte ad un primo fallimento lavorativo abbandonano il posto. Di fronte ad una disavventura amorosa si ritirano dal mondo e tanti altri esempi.

Se invece questi ragazzi e ragazze fossero stati aiutati a portare sulle loro spalle dei pesi commisurati alla loro forza, alla loro età, si sarebbero necessariamente irrobustiti e quindi sarebbero in grado di reggere la vita. Ma quali pesi allora possiamo e dobbiamo far sopportare ai bambini e alle bambine perché diventino degli adulti forti?

Nulla di particolare, nulla che la vita quotidiana non fornisca: portare a termine i compiti assegnati, affrontare una sconfitta al gioco, tenere in ordine gli ambienti, ringraziare, chiedere aiuto, accettare l’aiuto e tanti altri. Prendiamo, anzitutto noi educatori, spunto e ispirazione da Milone di Crotone e alleniamo, grazie alla costanza nello sforzo, i giovani a diventare i più grandi lottatori della vita.

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