I colori della musica. Un’orchestra arlecchino suona dentro di noi
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Siamo fatti di colore, un’orchestra di colori!

Grigio, verde, rosso, rosa, azzurro, arancio, come anche nero, il colore che li assorbe tutti ingoiandoseli come un cosmico buco nero. A ogni colore un compito da svolgere dentro di noi,all’azzurro la trasparenza e la leggerezza; all’arancio l’energia e il buonumore;al rosso l’istinto, passione o rabbia che sia, al giallo le risate, la fame di conoscenza;al grigio la depressione. Ognuno lascia la sua impronta.

E così nella grande varietà umana, capita di incontrare persone che appaiono pastello, ma possono nascondere colori forti, che sfoderano solo quando è necessario, oppure,al contrario, persone a tinte forti, che celano morbide sfumature che ricoprono ben bene, proprio perché non venga messa in pericolo la loro delicatezza e fragilità. Ognuno gestisce così la sua tavolozza interiore, come fosse un’orchestra ricca di timbri e strumenti a cui noi facciamo da cassa armonica. “A ogni strumento il suo colore, a ogni colore il suo suono” – teorizzava il grande pittore e violoncellista Kandinskij. Perchè ogni tinta può suonare dentro di noi la sua peculiare melodia e creare, insieme ad altri strumenti, armonie consonanti o, perchè no, dissonanti, le più avvincenti e interessanti, quelle che fanno crescere. 

Così l’oboe, della famiglia dei Legni, è lo strumento che può soffiare dentro di noi un filo di malinconia e, col suo verde muschio, fare da sfondo a qualche nostra giornata grigia e solitaria. Ma la solitudine, se non ci sprofonda in abissi oscuri,può aiutarci ad aprire gli occhi sul bello, proprio perchè ci fa fermare, e soffermare, su ciò che davvero merita attenzione. Affina la nostra vista interiore. Può succedere allora che in noi trovi spazio sonoro il limpido e puro suono del flauto traverso e, come uno sprazzo d’azzurro, ci faccia volgere lo sguardo all’insù. Oboe e flauto, la delicatezza della famiglia dei Legni che risuona in noi!

E il fagotto?! E’ un loro fratello maggiore che con i suoi suoni goffi, scuri e ruvidi sa farci sorridere. Eh sì, perché i difetti portati con ironia sanno diventare leggeri! Amo molto la parte fagotto delle persone che mi capita di incontrare, è quella che fa sentire più adeguati pure noi che alla goffaggine e ai difetti abbiamo magari fatto l’abbonamento.

Se poi in noi si librasse un clarinetto? Lui è il più eclettico e fantasioso della famiglia Legni, è multicolore, sa essere raffinatezza ed eleganza classica, ma anche swing e vivacità monella! Sa essere caldo e avvolgente, come pure pungente e sbarazzino. Un bel tipino interessante con cui non ci si annoia mai! Ma la nostra parte sognante? Quella la affiderei agli Archi, che con gli ariosi suoni indaco dei violini sanno trasportarci sull’onda di un venticello tiepido e leggiadro. O ai violoncelli, che invece stendono davanti a noi tappeti di note calde e morbide, velluto rosso scuro su cui camminare a piedi scalzi.

E la rabbia, e il fuoco ardente?? Le riserverei alla famiglia degli Ottoni, che con trombe, tromboni, corni francesi e tube, sicuramente le saprebbero tradurre al meglio. Abbinati poi alle Percussioni, a timpani e piatti, sarebbe lotta assicurata! A volte, lungo il nostro percorso di vita, può succedere che qualche nostro suono-colore risulti stridente e per niente gradito a qualcuno. In quel caso, prima di far ammutolire “l’imputato”, nascondendolo come fosse una colpa, pensiamoci bene. Certamente il parere altrui va ascoltato e valutato,ma l’opera da artista arrangiatore deve partire da noi stessi. Dall’esterno arrivano segnali che possono aiutarci ad armonizzare meglio i nostri timbri, lavorandoli, impastandoli. Ma se in corso d’opera si arrivasse a capire che il rosso deve rimanere acceso, perché quella è la nostra cifra, o che il nero si deve poter esprimere per essere compreso anche nel suo ruolo di contrasto, beh allora… che ROSSO SIA, con la sua voce potente e che NERO SIA, col suo suono di tenebra! 

E alla larga tutti gli spegnitori di MUSICA E COLORI, che già la vita fa il suo bel lavoro di pompiere! Sarà così che dall’amalgama di tutti potrà nascere una SINFONIA ARCOBALENO unica, suonata dalla nostra orchestra interiore in piena libertà e splendore!

Per chi ama ascoltare, propongo il brano Maron e Azul di Astor Piazzolla, nella versione per contrabbasso e pianoforte. Un brano a tinte forti che sa di tango, in cui il contrabbasso di Ezio Bosso, cantando come un violoncello, si intreccia al pianoforte di Gustavo Beytelmann, fra chiaroscuri, dolcezze e scontri.

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