La trasgressività non è solo con comportamento, ma è anche una passione nel senso che chi trasgredisce è animato da una corrente intensa di energia che conduce oltre i limiti e spinge a fare nuove esperienze.
Non può essere che la passione per ciò che non si conosce, quella che anima la ricerca, l’esplorazione, la scoperta. Ed è con questa passione, che non ha età nè sesso e si può provare per tutta una vita che sono nate tutte le avventure dell’uomo nei campi della scienza e dell’arte, dell’ingegno, della vita sociale e culturale. Perchè trasgredire vuol dire sfidare le regole, ma anche camminare oltre, come dice l’etimologia e oltrepassare un confine. La prima mitica trasgressione, che è rimasta dentro di noi come peccato originale, è quella di Adamo ed Eva, la cui passione li ha spinti oltre il Paradiso, interrompendo il legame simbiotico tra l’uomo e la natura.
È una passione impegnativa e al contempo necessaria la trasgressione. Attiene a quel processo indispensabile alla crescita di ogni individuo, che porta a diventare se stessi nonostante i conflitti posti dalle circostanze esterne e dalle difficoltà interiori. Allora ogni storia che inizia nasce da un atto di trasgressione e di disobbedienza perchè ogni trasformazione è caratterizzata da uno strappo che interrompe e spezza il legame con il passato.
Per questo motivo la massima trasgressività la possiamo ritrovare durante l’adolescenza, quando il fanciullo deve rompere quel legame simbiotico con la madre e la famiglia che ha caratterizzato l’infanzia per poter accedere alla vita adulta. Senza la forza della trasgressività, senza questa passione, non ci può essere nè sviluppo nè individuazione.
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