In questo periodo si compie il rito della vacanza e per la gran parte dei genitori è l’occasione per uscire dagli schemi quotidiani e stare con i figli un tempo meno convulso e frenetico. In modo particolare lo è per i genitori separati che durante le ferie possono avere l’opportunità di stare insieme senza fretta e una piacevolissima occasione per approfondire la comunicazione e migliorare il rapporto.
Invece a volte sono motivo di tensione tra i partner, soprattutto quelli che non hanno ancora composto le loro divergenze e ridotto le vecchie tensioni che hanno condotto alla separazione o possono riaccendere vecchi conflitti mai del tutto sopiti. Le vacanze allora si riempiono di veleni tossici per tutti.
Si innescano discussioni infinite solitamente perché la vacanza dei figli con il genitore non affidatario va a rompere un equilibrio delicato raggiunto durante tutto il tempo dell’anno. Complice ne è la distanza che, ad esempio, riduce il controllo della situazione o dell’ex partner. Spesso il genitore rimasto a casa si sente escluso, senza possibilità di intervenire e verificare come vanno le cose e i sentimenti di esclusione posso far emergere quote di emozioni negative, tra cui la gelosia e l’aggressività violenta
Una questione non di poco conto per avvelenare il clima vacanziero è data dalla presenza del nuovo compagno o la nuova compagna. Qui la fantasia e le ansie di abbandono nel genitore distante, galoppano. Chi rimane a casa senza il figlio teme che l’esperienza con la “nuova famiglia” sia negativa e che il bambino possa trovarsi male o non avere il necessario supporto affettivo del genitore. Oppure si preoccupa che il figlio possa affezionarsi al compagno o alla compagna dell’altro.
Queste paure sono consistenti e possono essere espresse sotto forma di lamentele, ripicche o rimproveri che elevano la tensione. Di solito sono accuse che riguardano lo stile di vita, l’alimentazione, la sicurezza del figlio. Per la verità sono pretesti, perché in genere non hanno alcun fondamento reale e rimandano alle difficoltà di comunicazione e di negoziazione che continuano a permanere nella coppia genitoriale.
Il problema è che i figli vivono questi rinnovati conflitti, se mai si erano sopiti, come una colpa. Soprattutto se piccoli, pensano di essere loro i responsabili e assumono spesso un atteggiamento particolare: non raccontano al genitore distante come vanno realmente le cose, magari non esprimono il loro entusiasmo per la vacanza che stanno vivendo o addirittura mentono dicendo il contrario di quello che avviene, per paura di ferire e incrementare la tensione nella coppia.
Invece, sarebbe molto importante per i figli, per la loro esperienza di crescita e di sviluppo, vedere entrambi i genitori sereni e capaci di collaborare in questa occasione e vivere senza angoscia e rabbia la vacanza del figlio. Dare spazio all’altro genitore, a quello che va in ferie con i figli, vorrebbe dire comunicare al bambino che i genitori sanno avere un’intesa e che c’è fiducia tra loro.
Questo che permettebbe al bambino di contenere il disagio che, in genere, appartiene a tutti i figli di separati, anche se non lo dicono. Non accade nulla di strano né vi è pericolo per la salute se per un certo tempo il figlio vivrà in modo diverso dal solito o mangerà altre cose che a casa di solito non mangia.
Potrebbe poi essere utile a tutti fare in modo che la comunicazione del figlio con il genitore lontano non si interrompa, ma rimanga costante e capace di esprimere realmente quello che sta avvenendo in vacanza. Stimolare il bambino a scegliere un regalo da portare al rientro a mamma o papà che sono rimasti a casa, può essere una buona cosa che aiuta chi è stato distante a non sentirsi dimenticato e permette di ridurre la tensione o la conflittualità tra i partner. E non è cosa da poco!
Giuseppe Maiolo
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