Il telefonino è nelle mani di tutti, rifiutare che entri a scuola non è la soluzione. Meglio negoziare un uso responsabile»
Queste le parole conclusive degli esperti del Miur che hanno anticipato la prossima entrata in vigore di un decalogo per la regolamentazione del telefonino a scuola.Da appassionato di tecnologia posso essere contento, ma come professionista interessato al benessere psicofisico dei minori e impegnato nello studio della relazione tra tecnologia e sviluppo umano, ho qualche perplessità. Sostengo da anni che lo smartphone non è un demonio di cui bisogna aver paura e considero un diritto dei bambini quello di essere educati precocemente al suo uso responsabile e alla conoscenza pratica delle nuove tecnologie digitali. Ritengo, da un punto di vista educativo, anacronistica e contraddittoria la frase “A mio figlio darò il telefonino solo a 12 anni!” quando ai bambini di oggi “sua maestà” lo smartphone viene presentato ufficialmente in sala parto da quei papà che, orgogliosi di videoregistrare il primo vagito del bebè, prima ancora del viso (peraltro coperto di mascherina) mostrano al neonato quel feticcio onnipresente che ormai domina nelle nostre mani. Nessuno, ad esempio, si sognerebbe di dare un ciclomotore a un ragazzino di 14 anni e permettergli di girare senza patentino e privo delle indicazioni di comportamento da tenere in strada. Nulla di tutto questo sembra ancora accadere in famiglia dove i genitori non danno ai figli alcuna indicazione sull’uso corretto del telefonino, non mettono regole, non ne controllano l’utilizzo e non li accompagnano nella conoscenza della rete. I bambini si arrangiano da soli e gli adulti spesso non conoscono quello che fanno i minori con il cellulare quando navigano da soli, magari a tarda ora della notte. Perché non si cominciano a sviluppare sistematiche azioni di prevenzione dei tanti rischi che i minori corrono in Internet a partire dal cyberbullismo, ma non solo? Per quale motivo, nonostante le dichiarazioni di intento della Buona scuola e del Piano Nazionale Scuola Digitale, la formazione e l’aggiornamento degli insegnanti è ancora lettera morta e i docenti sanno a malapena utilizzare la LIM? Non si tratta di criticare una buona iniziativa, quanto piuttosto ricordare che per vincere la sfida educativa dell’era digitale, bisogna cominciare dall’inizio! |
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