Non è l’attesa degli altri anni, per me e per i miei cari. Natale è un pensiero lontano, il ricordo annebbiato di caminetti e presepi, un’intimità familiare delicata e serena, irripetibile.
La mia è un’attesa speciale: il mio primo figlio arriverà – non so quando – chiuso in una bara di legno, dopo aver volato per ore, dopo aver sorvolato la Manica, indossando l’abito con cui, solo pochi mesi fa, si era sposato.
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Lui sapeva, ogni giorno diceva: ”Sto un po’ meglio di ieri”, invece il male avanzava, gli scavava il viso, gli gonfiava i piedi. Sapeva e si preparava, mi ha detto: “Ognuno prega a suo modo”, ci ha ripetuto: ”Il mio cruccio siete voi che mi amate, perché soffrirete”, ci ha consolato: ”Io non ho paura”, ha aspettato il nostro arrivo, ci ha domandato più volte: “Siete pronti?”, ha confermato : ”Io sono pronto” , e si è lasciato andare, senza un gemito.
Noi lo attendiamo, lo accoglieremo nella città dove è diventato adulto, dove ha conquistato una bella laurea, dove ha suonato la sua amata batteria, dove ha mosso i primi passi da regista, dove ha colto i primi successi, dove ha incontrato Elena, la donna della sua vita, dove ha in qualche modo guidato suo fratello in un cammino di consapevolezza, perché anche lui realizzasse i suoi sogni.
Abbiamo ricevuto messaggi e telegrammi, hanno telefonato i compagni di liceo, i colleghi di lavoro, gli amici, e tutti ci hanno detto che ne ricorderanno il garbo e la disponibilità, la serietà e la determinazione, l’amore per la libertà, il rispetto manifestato sempre nei confronti degli altri, la passione che ha animato le sue scelte.
A Londra, dopo aver frequentato per un anno la London Film Academy, è stato invitato a insegnare e abbiamo le foto dei brindisi con i suoi studenti a fine corso; ha abitato a Kingstone, sul Tamigi, e subito ha frequentato un corso di vela, si è iscritto ad un club il cui presidente era Filippo di Edimburgo, e si è dato alle regate; è entrato in una band e ha ripreso a suonare nei pub…solo un male ribelle ad ogni cura ha potuto fermarlo.
Una volta ci ha detto: “Perché dovrei lamentarmi? Ho avuto una vita bellissima, ho fatto tutto ciò che ho voluto””, e così, senza lamentarsi, ci ha lasciato, in un’attesa che va ben oltre il Natale e il capodanno – che è attesa di riabbracciarlo, dovunque sia.