Qualsiasi virus non fa bene né al cuore né alle coronarie, le arterie che lo nutrono. Da sempre, infatti, i pazienti con malattia di cuore sono sollecitati a sottoporsi alla vaccinazione antinfluenzale, ricordate?
Nella maggior parte dei casi, in corso di malattia influenzale, il coinvolgimento cardiaco è leggero, spesso clinicamente trascurabile, ciononostante è molto frequente. Il coronavirus, però, contagia molte più persone ed è molto più aggressivo rispetto al virus dell’influenza comune. Così come in occasione della prima pandemia, anche in queste settimane, purtroppo, si sta notando, paradossalmente, una riduzione delle emergenze cardiologiche: tale riduzione può essere spiegata soltanto dalla decisione del paziente di non recarsi in ospedale, per il timore dell’infezione, una decisione che potrebbe esporlo a complicanze cardiache misconosciute, anche gravi.
Come deve pertanto comportarsi il paziente che sa d’essere cardiopatico?
Ecco un decalogo di semplici consigli attuabili dal paziente stesso:
1) Essendo che si è costretti in casa, non rimanete inchiodati alla poltrona: a cosa servirebbe, se non ad angosciarvi nel sentir sempre ripetere le solite cose alla TV?
Camminate almeno due volte al giorno e per una quindicina di minuti per volta, senza fermarsi, salotto cucina, cucina salotto (o in giardino, per chi ce l’ha, sempre che il clima lo permetta). Serve a prevenire le trombosi nelle vene degli arti inferiori, e le possibili successive embolie, che in corso di infezione virale sono ancora più frequenti.
2) Mangiate leggero e idratatevi bene, assumendo liberamente bevande non zuccherate (cautela solo nei pazienti che sanno di soffrire di scompenso di cuore e che sono già istruiti in tal senso).
3) Pesatevi ogni mattina, dopo aver fatto i propri bisogni: non dovete aumentare di peso e, se non siete magri, approfittatene per calare un po’. Chi è affetto da scompenso cardiaco, invece, se notasse un incremento di peso non giustificato, lo comunichi subito al proprio medico o al centro dello scompenso, per valutare l’opportunità di metter mano al diuretico.
4) Assumete sempre tutti i farmaci che avete in terapia.
5) Misuratevi la pressione una-due volte al giorno: se si abbassasse troppo (sotto i 100 mm Hg di massima, per esempio), provocandovi stanchezza, capogiro, accenno allo svenimento, per effetto della febbre oppure del riposo o della dieta leggera, alleggerite il carico dei farmaci anti ipertensivi assunti, e solo in accordo, anche telefonico, col vostro medico (lui conosce quali sono i farmaci che state assumendo e che agiscono sulla pressione: vi potrà aiutare a ridurne la dose).
6) Non sospendete mai gli altri farmaci assunti (antiaggreganti, anticoagulanti, antiaritmici, statine, ipoglicemizzanti), salvo su consiglio del cardiologo e per ragioni ben documentate.
7) Ponete attenzione ai sintomi cardiaci classici (dolore o oppressione toracica, irregolarità marcata del battito cardiaco, difficoltà a respirare, capogiri intensi o svenimenti): in questi casi, soprattutto se i sintomi fossero improvvisi o intensi, non tardate a rivolgersi direttamente al 112.
8) Ricordate che gli ambulatori cardiologici per le visite urgenti (richiesta medica) sono sempre attivi e hanno vie di accesso separate da quelle dei pazienti Covid positivi; analogamente, l’accesso per un’emergenza cardiaca sospetta salta l’area di Pronto Soccorso dedicata ai pazienti Covid. Non c’è pertanto rischio di contagio.
9) Se dovete trattare un rialzo febbrile, sconveniente per chi ha malattia di cuore, usate il paracetamolo (Tachipirina) che non interferisce con i farmaci cardiologici e informate il vostro medico.
10) Se deciderete di farvi portare in emergenza in ospedale, o di presentarvi per una visita urgente, non dimenticate mai tutta la documentazione relativa alla vostra patologia cardiaca.
Il periodo che viviamo è difficile, la depressione, che è un importante fattore di rischio cardiovascolare, potrebbe far capolino. Prendete pertanto un vecchio libro che vi è piaciuto e rileggetelo. Il piacere di rileggerlo vi farà ricordare i bei tempi passati, quei tempi che noi, chissà perché, tanto biasimavamo.