Benessere? Fare manutenzione di se stessi

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Ottobre sembra essere il mese che più degli altri richiama l’attenzione alla salute mentale (la giornata mondiale del 10 ottobre) e a quella psicologica (il 13 ottobre la giornata nazionale della psicologia). Entrambe le date hanno la funzione di farci concentrare sul cosa sia lo star bene psicologico e stato mentale. Servono per cercare significati al concetto di ben-essere ed evidenziare quali siano gli aspetti complessi e le caratteristiche specifiche dell’esistere bene.

Sappiamo tutti ormai, che il termine rimanda ad uno stato individuale e collettivo che intende la buona salute come collegata alla forma fisica, alla disponibilità economica e materiale, ma anche, e soprattutto, allo “Stato emotivo, mentale, sociale e spirituale che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società” come indica la Commissione Salute dell’Osservatorio Europeo.

In altre parole si tratta di un concetto olistico che non contiene linee di demarcazione tra una dimensione e l’altra, tantomeno lo “star bene” è categoria contraria allo stato di “malattia” o assenza di malattia come spesso si pensa. È una dicotomia del pensiero e della cultura occidentale che favorisce etichette e definizioni spesso non corrispondenti alla realtà in quanto tra malattia, salute e benessere c’è una linea continua che unisce.

È in fondo ricerca di equilibrio e prospettiva dinamica che non si raggiunge una volta per tutte ma si cerca e si ricerca, si rincorre e si perde, si altera e si ritrova.

Coinvolge dimensioni multiple, individuali e sociali, personali e relazionali che stanno all’interno di un processo di autoregolazione. Per lo meno quello che permette di riconoscere uno stato di alterazione fisica, psicologica e mentale, o individuare gli indicatori del malessere sociale, ambientale, spirituale e attivare risorse correttive o riparative.

Alcuni lo intendono come un “essere in forma” che è concetto anch’esso complessivo e non solo che riguarda l’aspetto fisico e il fitness. Allude alle capacità di attivare le risorse di varia natura necessarie ad affrontare efficacemente le difficoltà personali, i problemi affettivi, i disagi relazionali o le situazioni stressanti che accompagnano la vita quotidiana di ogni individuo.

L’OMS, in una sua famosa definizione, sostiene che il benessere è capacità di adattamento, è “condizione in cui riusciamo ad adattarci in modo costruttivo alle condizioni esterne e ai conflitti interni” Il che vuol dire saper provare soddisfazione nelle relazioni affettive, sociali, operative e lavorative. È piacere di esprimere positivamente la propria individualità e saperla coniugare nei rapporti con gli altri. Ha parecchio a che fare con il sentirsi sereni, fiduciosi e creativi, in grado di dare il meglio nell’affrontare i contrattempi della vita quotidiana, ma non è benessere solamente perché prevalgono emozioni positive. Proprio per il fatto che si tratta di una condizione dinamica, la consapevolezza del benessere perduto, serve a gestire il disagio e permette di recuperare gli stati positivi dopo aver attraversato momenti difficili di un alterato l’equilibrio. In fondo il benessere è un progetto da fare, una speleologia interna e un impegno di ricerca con un obiettivo che, mi vien da dire, è il fare manutenzione di se stessi.

Giuseppe Maiolo

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