Internet è una realtà preziosa, ormai insostituibile. Da quando, agli inizi degli anni novanta del secolo scorso, Internet è diventata una “rete” di connessioni diffusa e utilizzata a livello globale la nostra realtà è cambiata radicalmente. Così si parla sempre di più di Internet delle cose, cioè di quell’interazione tra noi e gli oggetti che ci circondano e che ci fa godere dei vantaggi della tecnologia moderna. Se sapremo dosare bene le nostre risorse, tra pochissimo tempo saremo in grado di far dialogare gli oggetti tra loro ed essi si prenderanno cura di noi. Risparmieremo tempo ed energie perché gli oggetti collegati alla rete potranno anche lavorare al nostro posto. Già in parte lo fanno.
Servirà prepararsi però. Prepararsi adeguatamente perché il futuro sarà quello di gestire dispositivi sempre più sofisticati e una quantità infinita di App capaci di darci informazioni in tempo reale e velocizzare le risposte che cerchiamo. Ma sarà importante conoscere bene tutti questi strumenti anche per sviluppare competenze nuove e creatività che ci faranno conoscere meglio noi stessi e gli altri. E più ancora aiuteranno gli adulti nei loro compiti educativi.
In particolare imparare a gestire la tecnologia digitale sarà fondamentale per accompagnare nella crescita i i pollicini cioè quelli che, nativi digitali, scrivono sui dispositivi con il pollice. Servirà per attrezzarli adeguatamente a gestire il mondo reale e quello virtuale, la Rete delle interconnessioni e la sicurezza della navigazione in Internet. Sarà necessario per i tardivi digitali, cioè gli adulti che Mark Premsky ha chiamato anche migranti digitali, conoscere con competenza il web per indicare ai minori che usano la tecnologia con estrema facilità, quello che si può e non si può fare. Spetta agli adulti competenti insegnare il buon uso dei dispositivi e vigilare sugli abusi che già ora sono in grado di produrre dipendenza e disturbi psico-somatici.
Poiché è impossibile immaginare di arrestare la rivoluzione antropologica che stiamo vivendo, dobbiamo essere consapevoli che i “pollicini” rischiano di trovarsi soli nella gestione delle conoscenze poiché ancora oggi non hanno educatori competenti capaci di guidarli nel mondo tecnologico. Interagire con i bambini e gli adolescenti di questo nuovo millennio vuol dire acquisire nuovi saperi e padroneggiare i nuovi linguaggi della comunicazione senza rinunciare agli strumenti di interazione di un tempo. Diventa insomma irrinunciabile per gli adulti di riferimento diventare oggi multilingue. È la nuova sfida dell’educazione
In altre parole significa che chi ha funzioni educative deve conoscere bene il funzionamento della Rete e sapere quali sono gli aspetti negativi e i lati oscuri di Internet. Perché, ormai appare sempre più evidente che la Rete, oltre ad essere strumento di comunicazione e di scambi, è un territorio ampio dove si possono correre rischi notevoli se non si è consapevoli dei pericoli.
Giuseppe Maiolo
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