Cari studenti della maturità!
L’esame di stato che state per affrontare, una volta chiamato “di maturità”, è una delle esperienze più intense e ricche di significati che farete nella vita. Si ricorderà per sempre, anche se vi saranno altri esami più impegnativi da superare. Non a caso pure in età avanzata sogniamo la maturità ogni volta che ci sono grandi cambiamenti o decisioni importanti da prendere perché è una prova che ha un grande valore simbolico.
Da una parte è verifica delle competenze raggiunte alla fine di un ciclo di studi, dall’altra però è rito di passaggio che scandisce un cambiamento di stato sociale, culturale e psicologico e rimanda al livello di maturità raggiunto. Se volete, segna la transizione dalla posizione di figlio–studente a quella di adulto che da qui in poi sarà in grado di prendere la parola a nome suo, autorizzato a fare scelte personali e a prendere decisioni autonome.
Dopo la navigazione turbolenta nel mare dell’adolescenza, questo esame cruciale, può essere vissuto in modo anche drammatico. Perché assomiglia al momento in cui hai capito che sai nuotare, ma devi buttare via il salvagente per verificare quanto riesci a restare a galla. Solo in apparenza prevale la paura dell’esaminatore che ti giudica, ma domina di più l’angoscia di non farcela, di sprofondare o annegare e perdere il controllo della vita.
L’ansia è in parte normale in tutti gli esami perché oltre a mostrare la preparazione raggiunta dobbiamo confrontarci con le proprie responsabilità e dar prova dell’impegno messo.Ma anche quando la coscienza è a posto c’è un livello psichico profondo che si attiva. È connesso alla necessità di accettare la conclusione di un ciclo della vita e al compito, difficile, di abbandonare definitivamente l’infanzia e le sue relazioni per diventare individui autonomi.
Passaggio delicato per ogni generazione, che adesso è più complesso per voi che siete nel tempo del pensiero “iperconcreto”, caratterizzato da una competitività personale eccessiva e dal desiderio di perfezione che vi abbiamo trasmesso insieme alla paura che noi adulti abbiamo del vostro fallimento. Così c’è meno spazio per la riflessione, l’ascolto e l’accettazione dei propri limiti.
Prendetevi invece il tempo, questo tempo che precede l’esame, per sostare nelle emozioni, anche se faticose. Accettate che la maturità sia l’occasione per un confronto costruttivo con il giudizio e con voi stessi. Non illudetevi di eliminare lo stress della prova, imponendovi lunghe ore di studio notturno. Evitate di farlo perché non serve. Lo stress ha la sua funzione, “è il sale della vita” diceva il biologo Hans Selye. Come il sale dobbiamo solo regolarlo in quantità, non eliminarlo!
Non studiate ma ripassate e date spazio allo svago, agli amici, alla musica che amate. Se conoscete tecniche per rilassarvi, usatele. Nei momenti di grande tensione, fate esercizi di respirazione lenta e profonda portando l’attenzione all’atto respiratorio. Può aiutare. Prima della prova orale può servire immaginare la scena dell’interrogazione, l’ambiente, il volto degli insegnanti.
E quando inizierà, non rispondete in fretta e d’impulso, ma fate un respiro profondo che vi può aiutare a calmarvi e a prendere il tempo per organizzare la risposta. Se siete molto agitati ditelo all’esaminatore, perché anche manifestare apertamente ciò che si prova può aiutare a creare un clima adeguato.
In bocca al lupo!