L’ascolto educativo. (Recensione)
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Interazioni tra psicoanalisi, pedagogia e clinica dell’età evolutiva

La prima cosa che mi ha colpito di questo libro, la prima cosa che desidero sottolineare è il titolo

L’ascolto educativo: Immediatamente mi sono ricordato di un libro, per me particolarmente significativo di Luciana Nissim Momigliano che si intitolava “L’ ascolto rispettoso” (Milano Raffaello Cortina 2001).

Questo libro stimolava una riflessione su come dovrebbe essere l’ascolto del terapeuta (nello specifico lo psicoanalista) nei confronti dell’altro. Ricordo che invitava a passare da un ascolto “sospettoso” ad una ascolto rispettoso della verità dell’altro. Ecco quindi che l’ascolto educativo chiude il cerchio, per così dire, in un ascolto che sia al tempo stesso attivo e passivo. 

Passivo perché riguarda la formazione del terapeuta che deve essere “educato” ad ascoltare il ragazzo, il suo disagio, attraverso un ascolto che non sia giudicante. Contemporaneamente questa modalità di ascolto diviene, nella sua forma attiva, un educare l’altro a prendere contatto con le proprie emozioni, con i propri affetti, con il proprio vissuto.

La seconda cosa che rende questo libro interessante e che penso vada sottolineata con forza è il dialogo. In fondo a pensarci bene il dialogo si fonda sull’ascolto, è per così dire l’altra faccia dell’ascolto. In questo caso un dialogo tra figure diverse con funzioni diverse e con formazioni professionali anche molto diverse tra loro.

Un dialogo che non si sforza di creare una sintesi ma che anzi della diversità ne fa una ricchezza. In musica parleremmo di contaminazione.

Questo dialogo tra diverse professionalità  è ben rappresentato dalla raccolta di scritti che il libro contiene, infatti pur essendo i due curatori (Elisabetta Marchiori e Angelo A. Moroni) due psicoanalisti della Società Italiana di Psicoanalisi, una parte importante del libro è dedicata ad altre voci.

Ed allora si alternano i contributi delle altre figure, e trovano spazio le specifiche tematiche collegate alla scuola, ai disturbi dell’apprendimento, alla DAD e a tutti gli altri temi collegati al multiforme mondo dell’adolescente, introducendo anche una riflessione sugli effetti della pandemia negli adolescenti.

Gli autori nel fare questo si pongono anche un obiettivo ambizioso quello di coniugare alla teoria una prassi che permetta di affrontare questi punti. Ecco allora che si parla anche di come potrebbe l’istituzione scuola  sostenere i giovani (ed anche di come i continui tagli alla scuola di fatto renda sempre più difficile questa fondamentale funzione), della creazione dello sportello psicologico di ascolto ad esempio e dell’introduzione della figura dello psicologo a scuola allo scopo di prevenire, per quanto possibile, il disagio giovanile che proprio nella scuola trova spesso il luogo dove manifestarsi!

Per concludere questo libro vuole non solo fornire risposte alle difficoltà che un ragazzo, una ragazza, possono affrontare in quella difficilissima impresa che è la crescita, ma vuole soprattutto, e questo è chiaro fin dal titolo mettersi all’ascolto.

 “Voi non ci ascoltate” dicono i ragazzi agli adulti, ecco quindi che “un ascolto educativo” può aprire molteplici strade, molteplici canali di comunicazione verso il mondo esterno ed anche verso il proprio mondo interno.

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