Musicosofia, l’arte dell’ascolto della musica.
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«Ho denominato “meditazione musicale”

l’ascolto vigile, silenzioso, riflessivo che, in seguito

all’interiorizzazione della musica, sfocia nella compenetrazione

di tutto il corpo da parte di una forza spiritualizzante».

 (George Balan)

Era il 1958 quando George Balan, musicologo e filosofo, si pose la domanda: “Quanto e cosa può rivelarci l’ascolto profondo della musica?” Da questa intuizione, scaturì la sua teoria che la musica è un cammino spirituale da conoscere ed esplorare sistematicamente. Dall’ascolto della sinfonia, “Manfred” di Ciaijkovsky, Balan si accostò alla musica allo stato puro, che, come lui stesso annota: «scuoteva in modo diverso la mia sensibilità, rendendola capace di trascendere l’esperienza della pura intimità».

Note musicali

Guidato dai grandi compositori che via via andò esplorando, la sua ricerca giunse all’ideazione di un metodo di ascolto consapevole della Musica. In questo cammino un altro incontro fondamentale lo avrebbe ispirato: Rudolf Steiner e la sua ricerca sullo spirito dell’uomo.

A partire dagli inizi degli anni ’70, Balan cercò di diffondere nella sua terra natale, la Romania, il pensiero steineriano attraverso il messaggio musicale. «…ciò che esprimevo sugli interrogativi della vita nello spirito dell’Antroposofia era già contenuto nei suoni» e ancora «Rudolf Steiner mi condusse dunque a verità che io avrei dovuto, da tempo, aver scoperto in Bach, Mozart e Beethoven».

Nel suo libro “Una ascensione musicale”, Balan scrive: “Il fatto che i suoni rivelino i vari piani di esistenza attraverso gradi successivi sempre più solenni e radianti ha la sua giustificazione nella saggezza cosmica che amorevolmente ci ha offerto il meraviglioso dono della musica.”

L’Arte dell’ascolto

La Musicosophia è quindi l’arte dell’ascolto della Musica, condotto come scoperta creativa del mistero spirituale racchiuso nel mondo dei suoni.

L’udito permette di connetterci con il mondo ed interagire con esso. Anche attraverso questo senso, noi ci relazioniamo con quanto ci vive intorno. Usandolo al minimo, però perché è spesso solo il brusìo del quotidiano che percepiamo. Ed anche per quanto concerne la musica tante volte è un ascolto superficiale quello che ci concediamo. La Musicosofia intende guidare invece a una vera e propria meditazione musicale, un dialogo sublime fra ascoltatore e musica per condurre l’anima al suo vero “Io”, favorendo così concentrazione e ascolto profondo.

La Musica e la dimensione spirituale

La musica è l’unica arte che non ha intermediari con il mondo da cui l’artista pesca i suoi contenuti musicali, armonie e melodie: per questo deve sempre essere suonata, e alla fine del concerto non vi è più nulla se non ciò che è rimasto dentro di noi. (Rudolf Steiner)

Deposizione (Steiner)

In sintonia con le teorie steineriane, cui si ispirò George Balan, attraverso questa ricerca esperienziale, dovremmo anche poter intendere l’intima connessione che il Suono ha con il Logos ( inteso quest’ultimo come le Entità creatrici del mondo terrestre e cosmico) e a come l’uomo dovrebbe sempre più connettersi con queste forze creatrici che stanno alla base del mondo che noi vediamo. “In principio era il Logos e il Logos era presso Dio e il Logos era Dio ” (Giovanni 1, 1.14)

Ma se invece, più modestamente, ci proponiamo di accostarci ad una dimensione spirituale, la Musicosofia propone di percepire le vibrazioni dell’anima suscitate dalla musica, di capirle e di dare loro un senso che entri a far parte del nostro più profondo sentire, armonizzandosi con esso.

Grafica Meloritmia

La Meloritmia

L’ascolto musicale assurge così a disciplina che può contribuire ad armonizzare i nostri lati oscuri ed illuminare il nostro quotidiano. Attento, ripetuto e consapevole, l’ascolto si arricchisce trasformandosi in una vera e propria arte quando si accompagna all’espressione gestuale delle braccia (Meloritmia), al Cantare o al Canticchiare. È un metodo rivoluzionario tanto per la sua semplicità quanto per gli effetti che ne conseguono. Il gesto comincia a “costruire un po’ alla volta la forma musicale, manifestandola”. Questo dà una maggiore consapevolezza dell’ascolto musicale, perché il nostro corpo traccia con il movimento ciò che la voce emette musicalmente».

Ecco alcuni esercizi che si utilizzano per stimolare l’ascolto cosciente:

  • Prestare attenzione alle prime impressioni suscitate dal brano musicale.
  • Cantare o accennare la melodia
  • Individuare le emozioni suscitate dal brano
  • Esprimere le melodie attraverso la Meloritmia
  • Esercitare la meditazione musicale

È ormai largamente dimostrato che con l’ascolto della musica si può ampliare la comprensione profonda di noi stessi, sviluppare la concentrazione interiore come esercizio di autoconoscenza, arricchire le nostre capacità interattive e sociali, intraprendere un percorso di ricerca spirituale. Con il tempo si è dimostrata l’influenza positiva della Musicosofia sulla neuroplasticità cerebrale. L’ascolto cosciente della musica, spingendo la mente a concentrarsi sull’impatto emozionale che essa genera e sull’architettura della musica, mette in moto le cellule cerebrali. E questo può essere di ausilio a chi soffra, a vari livelli, di problemi che compromettono le facoltà mentali.

Con Mozart verso la saggezza

Deposizione (Badalocchio)

Breve Diario di Bordo della mia esperienza con la Musicosofia

L’ “Ave Verum”* mi colpisce e commuove. Baluginio di luci di chiarezza, amplificate. Morbida e paziente mi lascio immergere nella melodia, scomposta ricomposta infinite volte. Mi interrogo mi confronto esploro e torno all’ascolto verifico con i suoni con l’intuito con il sentimento. Mi torna canto degli uccelli frullare di ali. Fra risatine di ruscelli nuvole soffuse… benessere. Battito del cuore. respiro luce del giorno. Libero il corpo, circola energia, si apre il cuore e la mente alla melodia. Sono centrata e presente. Remoto il quotidiano, le preoccupazioni degli atti dovuti. Libero anfratti inusitati di me. Il suono mi ha guidata lontano. Nasce un nuovo messaggio di vita sulle onde del lieve fraseggio musicale che nutre l ‘essere semplicemente me stessa e partecipe del mondo. Per scoprire che la verità è inscritta nella semplicità. L’Ave Verum di Mozart mi accende come una verità assoluta

Di fronte a questa linearità del sentire ecco la complessità dei sentimenti. Il buono e il cattivo, quanto accetto e quanto respingo. Tra questi opposti, dispute logoranti o semplicemente la mia imperfezione. E la musica, linguaggio primordiale della Natura, mi avvolge ancora dolcemente e mi rimanda, inesorabile e benigna, al contatto con me stessa, in una lucida chiarezza dell’anima che è unione ed amore.

Deposizione (Giotto)
  • Lo stile sacro dell’ultimo Mozart risente delle riforme imposte dall’imperatore Giuseppe II, per le quali riforme la musica sacra doveva essere sobria e di facile comprensione. Così il mottetto K. 618 si riallaccia alla grande tradizione italiana del mottetto polifonico, ma si contraddistingue per la semplicità espressiva.  appena 46 battute di questo piccolo e preziosissimo gioiello, una scrittura corale, attentissima al significato della parola. Pur non mancando i tratti più complessi dell’arte del Maestro, il mottetto si contraddistingue per immediatezza e semplicità, caratteristiche che hanno sempre incantato studiosi e ascoltatori dalla prima pubblicazione dell’Ave Verum nel 1808, fino ai giorni nostri.
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