Immaginando guarisco. Come combattere lo stress nei bambini
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E’ possibile “parlare” col proprio corpo. In realtà lo facciamo sempre, con vari linguaggi, con il pensiero, con silenziose parole, attraverso il dialogo interiore che ci accompagna costantemente, di giorno e di notte, fatto di libere associazioni, ricordi, immagini, fantasie, sogni, sistemazione del passato e organizzazione del futuro.

 Parliamo con il nostro corpo attraverso il linguaggio delle emozioni. Quando proviamo paura o abbiamo coraggio, quando abbiamo fiducia o quando abbiamo perso la speranza, quando siamo nella gioia o quando proviamo dolore, continuamente, contribuiamo allo stato di salute o di malattia.

Ma in che modo avviene questo dialogo? Il processo oggi è stato esplorato; le neuroscienze e la psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) ci hanno aiutato a comprendere come avviene e, soprattutto, come possiamo governarlo.  L’ipnosi e la meditazione possono aiutarci. 

La prima è usata prevalentemente per entrare in contatto con le parti e le funzioni dell’organismo che hanno bisogno di tornare in equilibrio, o di essere curate. La seconda permette di trasformare le emozioni negative, di centrarsi sui sentimenti di amore, gioia, pace, frequenze vibratorie che ripristinano i meccanismi di autoguarigione, i programmi biologici innati di cui siamo dotati fin dalla nascita. 

Nel nostro lavoro di formazione con insegnanti delle scuole elementari, o direttamente in classe con i bambini, abbiamo proposto e sperimentato entrambi i metodi succitati, adattandone il linguaggio in relazione all’età dei bambini: gli animali, il mondo della natura, i personaggi e gli ambienti dei loro cartoni animati preferiti, le fiabe possono diventare gli scenari per le metafore terapeutiche, per il pensiero positivo, per le affermazioni propositive; nei contesti ospedalieri, poi, per il lavoro sulla guarigione di organi, tessuti, funzioni.

 Nei nostri testi, in particolare l’ultimo Dall’Homo Sapiens all’Homo Ridens: una proposta per la ri-evoluzione della specie illustriamo il nostro metodo, dimostrato sperimentalmente, che si basa su una concezione precisa: tra corpo, psiche, emozioni e relazioni c’è un allineamento, una coerenza che è istantanea, biologica. Quindi, se attraverso l’ipnosi o la meditazione volgiamo al positivo una di queste funzioni, influenziamo contemporaneamente tutte le altre.

Oggi gli esseri umani ed i bambini in particolare hanno bisogno di strumenti validi per favorire l’adattamento psicofisico ai complessi fattori di stress in atto, riteniamo quelli citati particolarmente utili, semplici ed efficaci.

La psicologa americana Jeanne Achterberg, collaboratrice del dr. Carl Simonton, radiologo ed oncologo, esperta nell’uso della  imagery creativa e della meditazione guidata, dimostrò che gli effetti prodotti dalle visualizzazioni sono incisivi e stabili nel tempo. Ella sosteneva che la persona a qualunque età, in caso di disagio psicofisico, disadattamento, stress, malattia, dovrebbe raccogliere la maggior quantità possibile di “ologrammi neurali di salute” sotto forma di visualizzazioni ed emozioni positive, utilizzando in ipnosi e meditazione immagini che diano emozioni di pace, gioia, armonia, benessere, serenità, “guarigione già avvenuta”. 

Siamo profondamente d’accordo con questa ricercatrice. Nelle nostre esperienze di lavoro nelle scuole elementari con i bambini le nostre meditazioni e tecniche di imagery poggiano sull’emozione della gioia, della vitalità e dell’espansione interiore prodotta dal ridere.

Poi, i linguaggi figurati e le metafore terapeutiche permettono di trasformano le emozioni negative, vivere la centratura psicofisica nella gioia e nell’amore, e creare un ancoraggio attraverso un condizionamento ipnotico cosciente gestuale, così da permettere all’io del bambino il richiamo della centratura. In più di una situazione abbiamo avuto ospiti, oltre le insegnanti, qualche genitore.

Riferimenti bibliografici

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