Tra le componenti più importanti delle relazioni affettive c’è l’intimità. Ma non si pensi subito e solamente a quella fisica, alla sessualità o al piacere dei sensi, perché intimità è parola ricca di significati. Viene dal greco antico “thymós” che indicava l’intensa emozione che brucia dentro e in profondità.
È il sentire l’anima, la parte calda dell’individuo che infiamma e produce “fumo” cioè particelle aeree capaci di salire al cielo e mostrare ciò che si prova dentro, dalla gioia alla collera e alla tristezza. Pensiamo all’intimità come al “luogo dentro” delle passioni che, nel lessico psicologico e medico, ha dato origine al termine “timìa” vocabolo che dice l’umore e le sue manifestazioni o i suoi disturbi, come nella ciclotimia.
Allora la parola intimità è racconto umano della relazione. Mette a nudo più che il corpo, il sentire l’altro e narra la capacità di entrare in contatto con gli affetti reciproci che regolano il rapporto. Alla fine non riguarda in esclusiva l’aspetto erotico ma è dimensione globale, è simpatia ed empatia, cioè percezione e insieme partecipazione all’esistenza dell’altro che non lascia spazi vuoti nella mente e nel cuore.
L’intimità tra due persone legate dall’affetto, fa sì che si possa parlare e restare in silenzio senza che manchi la comunicazione. Perché questa non è soltanto di parole, ma di assonanze e movimenti sottili dell’anima, di cenni non verbali e di corpo che vibra o di sguardi che avvolgono. Se invece l’intimità è assente tra gli amanti, i loro corpi possono stare vicini o vicinissimi, ma è come se fossero lontani chilometri.
Quando le emozioni non si toccano e non si combinano gli umori, né i sentimenti attraversano lo spazio della relazione, estranei a loro stessi sono gli innamorati, poveri di passione o vuoti di sentimento. Certamente distanti con lo sguardo.
Senza intimità la comunicazione affettiva o l’innamoramento si consuma in fretta, anzi non va oltre l’infatuazione. Non sviluppa calore il rapporto, ma arde in superficie una fiamma breve, di paglia, che si accende e si spegne con uguale rapidità. Amore vuoto o solo parvenza, relazione stagnante, malarica, che si percepisce dove si è zittito il dialogo.
L’intimità, piuttosto, è impegno che si fa lentamente. Non è mai grazia o dono del cielo, quanto invece un umano lavoro di costante “manutenzione” che accomuna i pensieri e fa condividere i desideri, non annulla i conflitti ma sa ripararli, contiene l’incertezza e dà un argine al disorientamento.
All’inizio di un rapporto sarà sottile e discontinua l’intimità o magari solo erotica. Ma quando si sviluppa la confidenza che tiene per mano le vite dei partner, diventa totale, piena, va oltre il fisico, si trasforma in “sostanza aerea” indefinibile ma inebriante, che vibra e fa vibrare.
Intimità allora, è espressione di un sentire maturo che contiene il lato della passione con quello dell’impegno e, come ogni emozione, si fa movimento continuo, cambiamento, trasformazione.