Recensione
Il romanzo si snoda attraverso le storie e le parole di 2 madri di 2 figli adolescenti e di un insegnante. Tre storie che si sfiorano, si intrecciano, si muovono in modo individuale e intensamente poetico e fanno di questo libro una lettura per genitori separati o no.
Leggendolo si comprende quanto pesino le “ fedeltà invisibili” quelle a cui i figli si incatenano senza protestare, senza ribellarsi, quelle che hanno alla radice l’amore indiscusso per i propri i genitori “senza se e senza ma”, a volte, molto più profondo di quello che i genitori provano nei loro confronti. Questo perché spesso sono genitori chiusi nel loro mondo emotivo confuso, rabbioso, malato e incapaci quindi di ascoltare e vedere realmente chi hanno di fronte.
Fedeltà che condizionano la vita, che non rendono liberi di abbandonare il passato, di darsi il permesso di vivere, di amare, anche quando questi ragazzi diventano adulti. E’ un aspetto con cui i genitori dovrebbero confrontarsi e su cui riflettere.
Le fedeltà dei figli sono molto più potenti delle insidie che esistono all’interno della coppia, più forti delle rivalse e degli attacchi all’interno di una separazione conflittuale. Sono più forti dei problemi e delle ritorsioni degli adulti.I figli restano là dove nessun adulto riesce a rimanere ovvero nella fedeltà, nell’amore, nella stare a fianco in modo silenzioso a tratti anche senza riuscire a capire quello che accade, ma senza richieste o spiegazioni .
La scrittrice descrive in modo finemente psicologico la mente dei ragazzi, ne coglie le sottili sfumature, riesce a descriverne la sofferenza e i silenzi in modo particolarmente attento e ribadisco poetico.
Un libro per tutti i genitori perché smuove, inquieta, costringe a farti domande. Potrebbe essere anche un film intenso e rivolto agli adulti distratti e lontani dal capire chi siano veramente i propri figli e soprattutto cosa sia meglio fare per renderli sereni e liberi di essere se stessi nel mondo