Tempo di Natale. Tempo d’attesa: ma di che cosa? Del ricordo di una nascita speciale per chi ci crede? Di un tempo di festa, di regali e incontri per la maggior parte della gente? Di uscire da una tempesta che ci sta sbattendo alla deriva, per tutti noi ?
Le ragioni di una attesa sono innumerevoli e, a ben pensare , tutta la vita è un’attesa, più o meno consapevole , di eventi felici o di eventi che temiamo perché portano dolore e perdita di affetti.
Potrei continuare così dilungandomi in una serie di banali ed ovvie considerazioni sull ’”attesa” ma la mia pigrizia mentale di questo periodo, per fortuna, me lo impedisce. Cerco però un compromesso che mi permetta di bypassare questo torpore intellettuale ed improvvisamente mi ricordo di un’amica, Patrizia, con la quale avevo condiviso alcune esperienze “africane” sul campo e sulla formazione. Patrizia non è solo una brava ginecologa ma ha una facilità innata a tradurre per iscritto sentimenti e pensieri che ci appartengono ma che la maggior parte di noi fatica ad esprimere.
Da anni, per Natale, lei manda a parenti ed amici un augurio speciale: scrive un breve racconto che non è solo una riflessione su questo evento ma piuttosto su vari aspetti della vita stessa. Per alcuni anni l’aveva mandato anche a me poi ci siamo perse di vista, abbiamo preso altre strade, però ricordo che avevo conservato questi racconti da qualche parte. Perché non prenderne in prestito qualcuno che si richiami all’argomento proposto? Con un colpo di fortuna ho rintracciato il cellulare di Patrizia ; ci siamo ritrovate con piacere a parlare di noi, poi io le ho espresso la mia idea ottenendo un permesso entusiasta di utilizzare i suoi racconti.
Ne ho scelto uno Il fuoco dove il tema dell’attesa si percepisce appena come una nota di fondo ; è nell’animo di chi è in viaggio verso una meta, verso la propria casa, di chi ha paura di aver perso la strada, di chi sta affrontando la notte e non sa se arriverà l’alba. Alla fine mi accorgo che , forse, più che un racconto sull’attesa è un racconto sulla speranza , ma non è fuori luogo perché solo se c’è questa, l’attesa può diventare più sopportabile, addirittura più leggera.