Le vacanze estive sono iniziate, e i ragazzi/e possono sicuramente riposare e dedicarsi ad altre attività diverse dalle scuola. Molti insegnanti e genitori spesso si preoccupano che in questi mesi estivi i loro alunni “dimentichino” ciò che hanno appreso nei mesi precedenti. Questo può accadere, ma credo che la causa non sia da imputarsi esclusivamente al fattore tempo, ma alla qualità dello studio praticato durante l’anno scolastico.
Se lo studio è solo mnemonico, frammentario, parcellizzato e non collegato, molto probabilmente ogni giorno che passa i contenuti cadranno nell’oblio e saranno dimenticati. Questo però non perché l’estate rappresenti il tempo della dimenticanza. Lo stesso accade anche durante l’anno scolastico. Quante volte ho sentito dire a maggio: “professore, ma questo argomento non l’abbiamo fatto”, riferendosi a un concetto trattato a novembre o dicembre.
Non diamo la colpa all’estate, all’ozio, al riposo, al sole e al mare se i ragazzi/e dimenticano ciò che hanno appreso. La colpa è della qualità dello studio praticato. Cosa fare allora? Come evitare questo oblio? Sicuramente migliorare la qualità dello studio praticato.
Non si tratta di usare piccoli e semplici stratagemmi per memorizzare, queste tecniche possono si essere usate, ma se non si inseriscono in un metodo di studio più ampio e ben strutturato sono semplicemente un piccola pezza su un grande rattoppo mal fatto. Si tratta di consolidare l’apprendimento, cioè di “assimilare” e “metabolizzare” ciò che apprende.
Per farlo è necessario:
- rivedere periodicamente i contenuti appresi, sbagliato studiare 10 ore di fila il giorno prima della prova e poi buttare tutto nel cassetto per affrontare la successiva. Meglio distribuire nel tempo, un po alla volta, così da evitare indigestioni. Una volta superata la prova, se questa è una prova parziale di un programma più ampio, è bene rivedere i contenuti anche se “tanto il prof. non li chiede più”, perché appunto i contenuti sono come anelli di una stessa catena;
- completare i contenuti appresi, significa non accontentarsi di ciò che c’è scritto nel libro o nel testo da studiare, meglio allargare l’orizzonte. Questo può significare andare a recuperare gli stessi contenuti da fonti diverse, e quindi osservare lo stesso oggetto da punti di vista diversi, cogliere le varie sfumature;
- dare una struttura, inserire ciò che si sta apprendendo in una cornice, o meglio in uno “scaffale”. Bene creare prima una struttura, un contenitore di significato in cui inserire le singole informazioni. Se l’insegnante non lo fa, e purtroppo a volte accade, sarà lo studente che dovrà adoperarsi a farlo.
The last but not the least, è quasi impossibile ricordare ciò che non si ha capito, ciò che non ha significato. Ciò che non si comprende, rimane nella memoria a breve periodo e per mantenere quel contenuto si deve continuamente ripeterlo. Mentre ciò che si è veramente compreso assume significato e quindi di “assimila” o “metabolizza”. Quando uno studente studia deve sempre domandarsi: “Ho chiaro questo contenuto, l’ho veramente compreso?”. Come fare per rispondere a questa domanda? Semplice: spiega il contenuto a chi non ne sa nulla!
Quando siamo costretti a spiegare qualcosa a qualcuno siamo costretti a chiarirlo, altrimenti l’altra persona non lo potrà comprendere. Da qui il mio motto: “Se vuoi imparare qualcosa, insegnalo!”. Come usare quindi questo periodo estivo in modo profittevole? Sicuramente riposando, vivendo nuovo e diverse esperienze, eseguendo i compiti scolastici richiesti e perché no: modificando il proprio metodo di studio.
L’estate porta con sé una grande risorsa: il tempo libero dai tanti impegni, che a volte non lasciano spazio per dedicarsi ad acquisire un metodo serio e strutturato.Perché quindi non usare il tempo estivo per imparare ad imparare? Così da arrivare a settembre riposati, e con qualche strumento in più per affrontare al meglio l’anno nuovo.