Ogni anno si ripete il medesimo rituale, dopo l’Immacolata s’inizia ad aspettare l’arrivo del Natale e le altre feste; con la frenesia e l’attesa delle ultime festività dell’anno. Ciò significa preparare l’abete o il presepio, addobbi e luci colorate, ma soprattutto programmare l’incontro, il convivio tra famigliari, amici e persone care per festeggiare momenti di serenità e gioia, lasciando da parte per alcune ore i problemi e le difficoltà. Punto fondamentale nell’attesa è come organizzare i pasti da condividere e la loro preparazione. Il nostro paese ha una cultura enogastronomica variegata, ricca di tradizioni e, in occasione delle festività dal 24 dicembre al 6 gennaio successivo, si contano almeno sei tra pranzi e cene. In ogni famiglia si propongono prelibatezze e specialità della tradizione culinaria della propria zona d’origine, che spesso durante l’anno non sono proposte. La qualità e la quantità delle portate varia da Nord e Sud e la differenza dei piatti preparati è basata per la maggior parte sui prodotti tipici del territorio con ricette tramandate nel tempo.
E quest’anno? Si vive l’attesa delle feste in un momento difficile. Ci si sente diversi, la pandemia che ha colpito il nostro paese ha cambiato molte delle nostre abitudini e ci ha portato a vivere una diversa dimensione del quotidiano, riadattando con questo secondo lockdown, il nostro stile di vita. Se si pensa ad esempio, alla limitazione dell’attività fisica, si deve essere consapevoli di un consumo calorico inferiore rispetto a prima. D’altra parte l’ansia del contagio, lo stress, la convivenza forzata dentro casa, la noia possono portare alla “emotional eating” cioè all’assunzione di una maggior quantità di cibi, come compensazione attraverso cui regolare e ridurre le emozioni negative.
Si deve cercare di modificare al meglio la propria alimentazione evitando gli eccessi e i comportamenti errati che possono, nel tempo, influire negativamente sulla salute, dall’incremento di peso fino alle patologie a esso correlate. E oggi che fare? Il Natale è il momento più importante delle feste, il momento dell’attesa, delle sorprese, è la festa per eccellenza dedicato alla famiglia, agli affetti, il pranzo del 25 dicembre, vuole rinsaldare i legami parentali e di gruppo, si pensa al buon cibo che tradizionalmente vuole un menù abbondante, principalmente di carne in contrapposizione alla cena della Vigilia che è invece “di magro” (generalmente pesce).
E’ punto comune nelle famiglie italiane, di là dalle proprie consuetudini, che il pranzo di Natale debba essere ricco e abbondante, (per allontanare la paura della fame), di qualità, ben preparato e servito con eleganza. Quest’anno i pranzi e cene delle feste si prepareranno a casa e con poche persone presenti. Potendo pranzare a casa, è possibile fare scelte secondo le linee guida nutrizionali, preferendo pietanze non troppo elaborate e che comprendano una grande varietà di verdura, cereali integrali, quantità adeguate di proteine e acidi grassi essenziali. Il nostro modello, la dieta Mediterranea, fornisce un apporto ottimale di tutti i nutrienti che possono giocare un ruolo fondamentale nell’aumentare le nostre difese immunitarie. Essa è infatti caratterizzato dall’abbondanza di alimenti vegetali (pane, pasta, verdure, legumi, frutta e frutti secchi, olio di oliva), un modesto consumo di pesce, di carne bianca, di latticini e uova, moderate quantità di carne rossa e limitato consumo di vino durante i pasti.
Da un punto di vista pratico è bene predisporre alcuni menù per le feste, in modo tale da poter fare con anticipo, la spesa, quantificando le portate pari a una normale porzione pro commensale, per evitare i bis (meglio assaggiare poco e tutto e risparmiare calorie inutili) e, non dover consumare nei giorni successivi alla festa, un’infinità di avanzi che riscaldati e riutilizzati non solo sono modificai nel gusto originale ma perdono anche in nutrienti. Si evita così lo spreco o il consumare cibo in abbondanza per evitare di buttarlo.
Un detto dice: ” Mangiare è una necessità, mangiare intelligentemente è un’arte”.