Medicinema, il cinema che cura. Davvero!
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Entri in ospedale e ti viene subito voglia di uscire, ma se quella locandina così colorata, che aveva come intestazione MEDICINEMA, oltre ad una programmazione veramente invitante con pellicole recenti, non mi avesse creato curiosità, oltre che una gioia profonda, visto il tempo che non vado al cinema. Sarei uscita!

MediCinema Italia è una Associazione non profit APS (Associazione di promozione sociale) regolata dalle norme del terzo settore per gli enti ETS

Opera nell’ambito socio-sanitario e sociale oltre che culturale, con il riconoscimento ufficiale di Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive) e del Mibac (Ministero della Cultura direzione Cinema) per la valorizzazione dell’utilizzo del cinema a scopo riabilitativo e terapeutico…

Mi accorgo, leggendo il materiale divulgativo dell’associazione, che faccio parte dei soggetti maggiormente invitati a questa esperienza, cioè una donna adulta che ha perso una persona cara dopo 41 anni e tre mesi di convivenza stretta e di cura della persona, sono a rischio di depressione e povertà.

Se uno degli scopi di Medicinema è vivere momenti di normalità nella sofferenza, sono nel posto giusto, ma non sono ricoverata.

Questa è una delle altre novità di Medicinema che, oltre ai degenti che lo desiderano, ai loro parenti e ai dipendenti, l’iniziativa si apre anche a persone che non hanno un contatto con l’ospedale ma ne possono trarre indirettamente giovamento.

Da decenni ho contatti con la disabilità e la malattia attraverso la cura di persone, e tutto il progetto che scopro essere dell’associazione Medicinema Italia No profit APS (associazione di promozione sociale, dal 2013 presente all’ospedale di Niguarda), mi appare ben fatto: la sala cinematografica  è ancora più comoda di quelle esterne, il bagno è talmente spazioso e colorato che sembra di entrare in una discoteca, gli scivoli che da un fianco all’altro della sala permettono a persone allettate anche con flebo di partecipare, come pazienti in carrozzina o di altra patologia possono raggiungere una postazione da poltronissima in prima fila.

L’iniziativa è gestita da volontari, almeno quattro, che sono presenti in sala e complessivamente vanno dalle 7 alle 12 persone.

In precedenza la proiezione è proposta da volontari che raggiungono nei vari reparti le capo sala e chi ha dimostrato interesse; al paziente viene consegnato personalmente un invito scritto, che può accettare o rifiutare.

La libertà di scelta è quindi una delle prime chiavi d’inclusione di questa iniziativa, che scientificamente vuole portare alla cura. La dott.ssa Portelli psicologa ed artista nonché Tetraplegica spastica*, mi diceva sempre “la persona malata e sola, certe volte depressa, deve essere invitata in più occasioni a partecipare a feste ed a riunioni collettive, perché deve avere il lusso di poter rifiutare”.

Questa libertà di scelta viene esercitata coinvolgendo magari i parenti o le badanti che assistono il malato, egli può essere protagonista di un invito ludico, dove non si parlerà né prima, né durante, né dopo la visione: di malattie, cure, esami e così via, ma per due ore circa egli potrà trovare quell’altro se, che è come schiacciato dalla malattia. Questo nuovo stato lo potrà condividere anche con chi lo accompagna.

Nella sala i volontari si rendono disponibili per necessità che possono insorgere durante la proiezione.

Parlando di me, ho già detto che potranno assistere anche persone che vengono dall’esterno e che non sono degenti, ma allo stesso modo per motivi diversi, sembrano poter trovare conforto dalla pellicola.

Entri nella sala, alcuni volontari ti vengono incontro accoglienti, ti viene dato un modulo per la privacy ed uno dove, al termine della proiezione, rispondere a delle domande su come ti sei sentita prima e dopo la visione del film, scriverai solo la tua età, per il resto l’inchiesta è anonima.

C’è un volontario fotografo spesso sorridente e amichevole, qualche volontaria che con il suo modo serio, provoca anche una partecipazione più consapevole.

Poi tutto a un tratto il buio inonda la sala, il silenzio cala fra le persone e le cose, si viene infatti invitati a spegnere il cellulare.

CIAK si inizia tutti ai loro posti!

Nel silenzio lo spettatore sceglierà di farsi avvolgere dallo schermo, che lo vuole dentro la storia, il paesaggio, i protagonisti, in un viaggio che porterà durante tutta la vicenda ad entrare ed uscire da sé, a seconda il racconto e la propria esperienza di vita, penserà e riderà, magari piangerà, sempre però uscendo da se stesso.

Locandina di marzo 2023

Potrà evadere dalla sua condizione, se vuole proiettarsi in una persona che vive lo schermo, se fosse un film d’azione, potrebbe correre, nuotare, volare come topgun e così via, oppure potrebbe sedurre, coccolare, abbracciare sua madre o cullare il proprio figlio, fare una rapina e sbagliare come un adolescente, la musica farà la sua parte come commento musicale.

Esistono altre due programmazioni oltre quella citata: quella con film di The Walt Disney Company Italia per pazienti bambini, dove si valuterà con accuratezza cosa meglio fare, in quanto in genere si preferisce rimandare al più presto a casa il malato. La seconda programmazione è segnalata sulla locandina come “Cinema senza barriere”, una rassegna di film per la disabilità uditiva, che oltre al suono inserisce la traduzione scritta alla base di ogni scena.

Io ho visto un bellissimo film “Grazie ragazzi” con Antonio Albanese, un comico che sa recitare anche le corde del drammatico. Il protagonista viene invitato a tenere un corso di recitazione a dei detenuti all’interno di un carcere, non mi dilungo su i numerosi bravi attori, né sugli spunti che questo film dona, ma dirò due parole su una tematica centrale del film: l’attesa.

Il protagonista cercando un testo da proporre ai detenuti, gli viene suggerita inconsapevolmente proprio da loro la tematica ovvero loro conoscono cosa vuol dire l’attesa: quella del giorno dopo, dell’ora d’aria, della visita di un familiare, del giorno che usciranno, l’attesa di…  il protagonista allora ha una illuminazione: cercherà di far portare in scena “Aspettando Godot” di Beckett, dove Godot fino alla fine della rappresentazione non arriverà mai.

Egli fa un salto folle oltre l’evidente carenza dei suoi allievi, alcuni dei quali sanno a malapena scrivere oppure l’assunzione di droghe ha portato alla balbuzie, ma con le lezioni, nel tempo che si dilata, egli mette in pratica ciò che dice il drammaturgo.

I colpi di scena si susseguono e non c’è il classico lieto fine, ma anche questo nella metafora dell’attesa, che vive il malato o chi è nel disagio, è la normalità. Non tutti possono guarire, ma possono imparare a gestire la loro condizione passo dopo passo.

Tutto ciò mi ha confermato come la programmazione sia studiata e, come tutto ciò sia il risultato di ricerche scientifiche attente e anche se presenti in altri paesi, in fondo d’avanguardia.

La poesia delle immagini cinematografiche alla fine del film mi ha seguito anche al ritorno a casa facendomi compagnia, Grazie MEDICINEMA!

Medicinema nasce in Inghilterra nel 1996 e sbarca in Italia nel 2013 è una Associazione ponte tra sanità e cultura con attività mirate di assistenza alle persone fragili di ogni età e patologia. Si avvale di un gruppo operativo medico scientifico e della collaborazione con l’Università degli studi di Pavia.

MediCinema Italia è una Associazione in forte sviluppo ed espansione con una sede direzionale a Milano e presidi territoriali a Genova, Roma, Trieste. Prossimamente anche Napoli e Padova.

Studi e risultati accertati: programma di sollievo, testato su pazienti affetti da lesioni midollari, patologia neurodegenerativa, riabilitazione neurologica e oncoematologia anche pediatrica .Test attivi di monitoraggio qualitativo dimostrano efficacia di intervento su riduzione di ansia, stress e percezione del dolore.

Risultati:

+          55% miglioramento psicofisico, pazienti che hanno fruito di cinema

+          30% riduzione dell’ansia e dello stress

+          25% riduzione della percezione del dolore

18 case di distribuzione cinematografica sostengono il lavoro di MediCinema

Per approfondire

www.medicinema-italia.org

Per sostenere

Le sale MediCinema sono progettate e allestite da architetti e tecnici specializzati, garantendo la massima qualità ed innovazione tecnologica. Gli spazi di cineterapia sono sale cinema senza barriere con gli accorgimenti e lo studio di soluzioni idonee per ospitare pazienti degenti anche non autosufficienti, di ogni grado di malattia ed età

L’Associazione ha numerosi partners nei suoi progetti, ugualmente necessità del sostegno di tutti, si può donare con un bonifico bancario a IBAN IT 47YO200801760000102933164e per il 5×1000 della dichiarazione dei redditi aggiungere il cod. fiscale 9765915O151

Contatti

MediCinema Italia – Via G. Aselli, 5 – 20133 Milano                       

Tel. 392-28448724 

e-mail: info@medicinema-Italia.org

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