Schermi digitali e computer. Come incidono sulla nostra salute
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Da quando è iniziata la pandemia da Covid 19 abbiamo trascorso lunghe ore davanti al computer: per la didattica a distanza, per lo smart working, per partecipare a riunioni, aggiornamenti, eventi o semplicemente per ritrovarsi con amici o parenti, utilizzando una delle varie piattaforme che abbiamo imparato a conoscere.

La prolungata esposizione agli schermi può causare alcune conseguenze sulla nostra salute.

“Ma sono proprio io quello/a lì sullo schermo? Ma non mi piaccio!”

La videocamera del computer (o del cellulare) fa un primo piano del viso, lo riprende con luce diversa e da angolature nuove, lo proietta ingrandito sullo schermo. In altre parole ce lo mostra così come non l’abbiamo mai visto. Si possono vedere particolari mai notati prima, risultano più evidenti rughe, comedoni (punti neri), piccoli nevi, pieghe sotto il collo, aree di alopecia, macchie scure (lentigo solari, cheratosi seborroiche), angiomi senili ecc.

È stata definita “faccia da lockdown”.

Molte persone hanno deciso di correggere tali “difetti”, rivolgendosi ai chirurghi estetici che durante la pandemia hanno aumentato la loro attività del 64% negli USA, del 70% in Gran Bretagna e del 20% in Italia. Le richieste sono arrivate sia da donne che da uomini e hanno riguardato richieste di laserterapia, peeling, botulino, filler, lifting, trapianto di capelli ed altro ancora.

La luce blu

Un altro problema è legato alla luce blu emessa dagli schermi di computer, cellulari ecc. Si tratta di una radiazione elettromagnetica compresa fra 380 e 500 nm che causa “l’invecchiamento digitale”, dovuto a disidratazione della cute, deterioramento delle fibre elastiche e collagene, comparsa di iperpigmentazioni.

Questa radiazione può inoltre causare disturbi del sonno, cefalea e la “Computer vision syndrome” che consiste in problemi oculari quali secchezza, arrossamento, affaticamento dei muscoli, aumento della miopia.

Ci si può proteggere tramite filtri di cui sono dotati molti cellulari oppure tramite occhiali. Anche alcuni programmi di computer hanno l’opzione per ridurre tale luce.

Zoom-fatigue

“Fatigue” è un termine usato per indicare stanchezza, esaurimento, mancanza di energia nei pazienti terminali e più di recente anche negli operatori sanitari, in seguito al logoramento psicofisico legato alla pandemia da Covid-19. Più di recente si è osservata la comparsa degli stessi sintomi in chi utilizza molto le piattaforme digitali online. È entrato in uso il termine “Zoom-fatigue”, dal nome di una delle piattaforme più diffuse.

Essa è dovuta a vari fattori.

Quando il nostro viso è proiettato sullo schermo siamo continuamente visibili agli altri e non possiamo sottrarci alla loro attenzione. Si ha la sensazione di avere tutti gli sguardi addosso, c’è un contatto oculare prolungato e sentirsi osservati per lungo tempo può indurre uno stato di tensione, di distress.

Le immagini molto ingrandite dei visi degli altri partecipanti al meeting, sono confusive per il nostro cervello, abituato ad altre dimensioni. Il cervello infatti percepisce la persona troppo vicina e a una distanza interpersonale troppo ridotta e questo può indurre una reazione di allarme, di iperattivazione, con liberazione degli ormoni dello stress.

Per limitare queste conseguenze può essere utile spegnere ogni tanto la videocamera, cambiarne l’angolazione di ripresa o spostare la nostra posizione.

La comunicazione è più faticosa perché è più difficile utilizzare il linguaggio non verbale: le immagini sono piccole, talvolta poco illuminate, il corpo non si vede, il tono della voce è alterato.

Nel corso di un videocollegamento si rimane a lungo fermi nella stessa posizione con possibili conseguenze negative sull’apparato muscolo scheletrico, e comparsa di tensioni dolorose a collo, spalle, schiena. Per questo si consiglia di alzarsi regolarmente per fare alcuni passi e un po’ di stretching. In questo modo migliorano anche le funzioni cognitive.

È importante tenere in considerazione i potenziali danni che la prolungata esposizione agli schermi può avere sulla nostra salute e dei possibili rimedi, dal momento che probabilmente molte aziende in futuro favoriranno lo smart working.

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